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Cos’è la bicipolitana, il progetto (che piace al Comune) di un 18enne per una rete di piste ciclabili a Milano

Una rete di piste ciclabili simile a quella della metropolitana: è questo il progetto della bicipolitana presentato da un 18enne. La consigliera comunale Cucchiara: “La proposta va nella direzione giusta”.
A cura di Matilde Peretto
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(foto presa dalla presentazione REC, una bicipolitana per Milano)
(foto presa dalla presentazione REC, una bicipolitana per Milano)

Una bicipolitana a Milano, ovvero una rete di piste ciclabili del tutto simile a quella delle metropolitane. Colori, linee concentriche e radiali che si attraversano e che collegano la città da un punto all'altro. Per ora è solo un progetto, nato dall'idea di uno studente liceale di 18 anni che vuole rimanere anonimo. Potrebbe, però, interessare l'amministrazione comunale e anche i cittadini che ogni giorno prendono la bici per spostarsi in città.

Il progetto Rec, rete ciclabile espressa

La bicipolitana o Rec (rete ciclabile espressa) consiste nella costruzione di una rete di ciclabili che percorrono la città. Si diramerebbe in 3 linee circolari e 10 radiali, identificabili con i colori della metropolitana di Milano. Secondo il progetto, le piste sarebbero separate fisicamente dagli altri utenti della strada (auto, moto, pedoni), con corsie abbastanza larghe da consentire sorpassi, incroci protetti e segnaletica stradale. Comprese zone di parcheggio e velostazioni, cioè depositi protetti per le bici.

Il progetto del giovane studente nasce dopo aver visitato più volte Parigi che è dotata di un sistema di ciclabili simile a quello che propone. Decide così di tracciare una prima bozza su Milano e poi, nell’ultimo mese e mezzo, creare una vera e propria mappa. Il ragazzo, che mentre ci racconta la sua storia ha il fiato corto (probabilmente è in bici), fa il divulgatore sull’urbanistica e sulla mobilità sostenibile sui social ed è interessato a frequentare la facoltà di Ingegneria civile e dei trasporti.

L'obiettivo è quello di costruire una rete di piste ciclabile che copre la maggior parte degli assi della città. Per farlo, bisogna prima lavorare sui percorsi già esistenti, collegandoli gli uni agli altri con soluzioni temporanee (come i cordoli), e poi creare le linee più importanti che coincidono con le principali strade della città. Parte importante del progetto è la campagna di comunicazione e di coinvolgimento, fondamentale per la sensibilizzazione all'utilizzo della bici. In una città come Milano che ha tutte le caratteristiche per essere ciclabile: è piccola, ha strade ampie ed è piana.

Il supporto della Fiab, federazione italiana ambiente e bicicletta

Un progetto realizzabile non solo per il suo ideatore, ma anche per Valerio Montieri, consigliere nazionale della Federazione italiana ambiente e bicicletta (FIAB): "La sensazione è molto positiva, soprattutto perché la proposta è di un ragazzo di appena 18 anni. Ciò dimostra che c’è una nuova generazione che si occupa di questo tema in maniera fresca e intelligente".

Per realizzarlo Palazzo Marino, però, deve farlo suo, come spiega ancora Montieri: "Per prima cosa il comune deve inserirlo nel Biciplan, lo strumento urbanistico che definisce la rete ciclabile cittadina, e poi deve farlo rientrare nel Pums (piano urbano della mobilità sostenibile). Infine, il progetto va visto punto per punto. I criteri dell’urbanistica ci sono, anche i numeri ci sono, serve solo un forte stimolo alla realizzazione".

I numeri di cui parla sono per esempio i 10 mila ciclisti giornalieri che viaggiano lungo la ciclabile di corso Buenos Aires: un percorso delimitato da cordoli non di struttura che permette una circolazione sicura e veloce. Prima che fosse modernizzata, ci viaggiavano appena 4 mila ciclisti al giorno. A Milano servono "percorsi comodi, diretti e veloci, spazi che consentano di muoversi bene all'interno della città", continua Montieri. "Il progetto è una bella idea e se può spingere in questa direzione noi (la Fiab, ndr) non possiamo far altro che supportarlo".

(foto di repertorio)
(foto di repertorio)

Cosa ne pensa il comune di Milano

Il progetto sarà presentato alla commissione Mobilità e Ambiente entro aprile. Il ragazzo è stato invitato a spiegare il piano e il comune sembra interessato. La consigliera Francesca Cucchiara di Europa Verdi è fiduciosa: "La proposta avrebbe una grandissima utilità, poiché va nella giusta direzione, cioè quella di una città ciclopedonale".

La consigliera è d'accordo con il giovane nel sistemare le ciclabili già esistenti e poi ampliare gli altri percorsi: "Il problema sta nell’attuazione pratica che a volte richiede più tempo del previsto". E aggiunge: "Chiaramente, un progetto del genere dovrebbe essere integrato con i piani già in corso d’opera, come quello di “Cambio”, che prevede la realizzazione di nuovi percorsi ciclabili interconnessi e che attraversano tutto l’hinterland milanese".

Milano si sta rendendo conto che è una città per le bici, infatti il numero di ciclisti continua ad aumentare, anche se ci sono ancora troppe persone che utilizzano la macchina per piccoli spostamenti. Ancora Francesca Cucchiara: "Per accelerare il cambiamento servono non solo misure infrastrutturali, ma anche incentivi economici e campagne di sensibilizzazione per permettere alle persone di comprendere le ragioni e i vantaggi del cambiamento verso la mobilità dolce". E servono anche nuove idee, come quella della "bicipolitana".

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