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La madre del 18enne ucciso a colpi di pistola a Milano: “Ho sentito gli spari, era pieno di sangue”

“Quando siamo arrivati c’era Jhon. Era per terra. Era pieno di sangue. Perdeva tanto sangue”: a dirlo a Fanpage.it è la madre di Jhonny Sulejmanovic, il 18enne ucciso a Milano.
A cura di Ilaria Quattrone
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(Foto di Marco Ottico/Lapresse)
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Nella giornata di oggi, venerdì 26 aprile, un ragazzo di appena 18 anni è stato ucciso a Milano. La vittima si chiamava Jhonny Sulejmanovic e stava dormendo nel suo furgone in via Varsavia, nei pressi dell'Ortomercato, quando è stato raggiunto da quattro colpi da arma da fuoco. Con lui c'era anche la moglie che per fortuna ne è uscita illesa. I suoi assassini sono scappati. Gli agenti della squadra mobile sono sulle loro tracce.

(Foto di Marco Ottico/Lapresse)
(Foto di Marco Ottico/Lapresse)

La madre del giovane, che è morto appena arrivato all'ospedale Policlinico, ha raccontato a Fanpage.it di conoscere i presunti killer. Il fratello di Jhonny ha infatti indicato i loro nomi agli investigatori: "Sono quattro fratelli. Erano amici di mio figlio", ha spiegato la donna.

Stando alle sue parole, ieri sera il gruppo aveva chiesto al figlio di andare a bere: "Ha detto ‘io non posso andare, io devo andare a dormire'. Ma loro ‘vedrai Jhonny tra mezz'oretta cosa succederà'. Sono tornati. È successo tutto lì".

"Io e mio marito non siamo andati a dormire. Mio marito mi ha fatto così: "Alzati, hai sentito i rumori?". "Sì, ho sentito come il rumore di una pistola". Poi siamo andati a salvare mio figlio. Quando siamo arrivati c'era Jhon. Era per terra. Era pieno di sangue. Perdeva tanto sangue", ha precisato indicando i punti dove è stato colpito.

(Foto di Marco Ottico/Lapresse)
(Foto di Marco Ottico/Lapresse)

"Lo hanno portato all'ospedale. Non si poteva salvare", ha poi aggiunto. La donna ha specificato che la sua famiglia non ha debiti con nessuno. Uno dei presunti autori del reato, li avrebbe minacciati però tutti i giorni: "Mi diceva che io non potevo rimanere a piazzale Cuoco. Ljubica, bisogna togliersi da qua perché tu qua non hai nessun diritto di stare".

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