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Omicidio di Giulia Tramontano, ultime notizie

Impagnatiello è ancora sorvegliato a vista in carcere: domani nuova udienza per l’omicidio di Giulia Tramontano

Domani, giovedì 21 marzo, si svolgerà una nuova udienza nel processo per il femminicidio di Giulia Tramontano, uccisa dal compagno Alessandro Impagnatiello. Durante la prima udienza avrebbe detto che ogni sera spera “di non svegliarmi al mattino dopo”. Non ci sarebbe però alcun rischio suicidario.
A cura di Ilaria Quattrone
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Nella giornata di domani, mercoledì 21 marzo, si svolgerà una nuova udienza dibattimentale nel processo sul femminicidio di Giulia Tramontano, la 29enne incinta di sette mesi che è stata uccisa con oltre trenta coltellate dal compagno Alessandro Impagnatiello. L'ex barman trentenne, detenuto nel carcere San Vittore, è accusato di omicidio volontario aggravato da premeditazione, crudeltà, futili motivi, rapporto di convivenza, interruzione di gravidanza non consensuale e occultamento di cadavere. Rischia l'ergastolo.

Domani saranno ascoltati gli ultimi teste presentati dal pubblico ministero. Tra loro ci sarà anche Chiara Tramontano, sorella della vittima. Una volta terminati questi, saranno ascoltati quella della difesa: si tratta di uno psichiatra e uno psicologo. Non è chiaro se questa scelta sia propedeutica alla possibilità di avanzare una richiesta di perizia psichiatrica per il proprio assistito.

Durante la prima udienza, l'imputato ha affermato di essere consapevole di aver distrutto la vita di Giulia e del bambino: "Quel giorno con loro anche io me ne sono andato". Ha poi sostenuto: "L'unica cosa che faccio è, la sera prima di dormire, sperare di non svegliarmi al mattino dopo".

Stando a quanto appreso da Fanpage.it, che ha contattato uno degli avvocati che assiste il trentenne, non ci sarebbe però alcun rischio suicidario. Impagnatiello resta sorvegliato a vista all'interno dell'istituto penitenziario, ma non ci sarebbero al momento elementi tali da far pensare a un tentativo di suicidio. Chiederebbe però sempre di poter fare colloqui con gli psicologi e gli psichiatri del carcere: "Si scontra però con le carenze del servizio". Il trentenne poi passerebbe del tempo a scrivere per "raccogliere i suoi pensieri". Non si sa se si tratti di un diario o meno.

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