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Covid 19

Il sindaco Gori: “No a un nuovo lockdown, sì alle zone rosse locali ma serve tempestività”

Il sindaco di Bergamo Giorgio Gori ha rivissuto a Che tempo che fa, in onda su Rai due, i momenti in cui ha scoperto i primi contagi da Covid-19 nella provincia del suo capoluogo, ricordando che “pensammo che era strano che dalla Cina potesse arrivare così vicino a casa nostra, ma anche Alzano e Nembro, che sono a 5 km da Bergamo, ci sembravano comunque lontani”. Il primo cittadino orobico ha poi spiegato che secondo lui un lockdown non è la soluzione corretta per combattere il virus.
A cura di Filippo M. Capra
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In occasione dell'anniversario dello scoppio della pandemia in Italia, con i casi scoperti tra Codogno e Alzano Lombardo, il sindaco di Bergamo Giorgio Gori è stato intervistato nel corso della trasmissione Che tempo che fa, in onda su Rai due. Il primo cittadino orobico ha rivissuto i momenti bui di allora, ricordato che "era domenica 23 febbraio 2020 quando ci vennero comunicati i primi due casi di Covid-19 all'ospedale di Alzano, poi ho letto recentemente che invece ce n'era stato uno all'ospedale Papa Giovanni di Bergamo che però non contarono in quel momento".

Gori ricorda che "pensammo che era strano che dalla Cina potesse arrivare così vicino a casa nostra, ma anche Alzano e Nembro, che sono a 5 km da Bergamo, ci sembravano comunque lontani". Così, la stessa sera, "finimmo tutti i sindaci, follemente, in un'assemblea della Sala del Centro Congressi in video-collegamento con Fontana e Gallera, tutti senza mascherina, tutti in una stanza, senza alcuna percezione del rischio che stavamo affrontando". Una percezione che ora, secondo Gori, hanno perso anche i cittadini: "Ho la sensazione che la gente non abbia più paura e alla paura si sia sostituita la stanchezza",ha aggiunto, offrendo ad esempio "l'idea che comunque questo numero di 300 morti al giorno sia ‘accettabile' come lo sono credo 100 ragazzi morti sulle strade ogni fine settimana e che però non ci portano a decidere di non andare più per strada".

In questo momento, ha proseguito Gori, "abbiamo bisogno di qualcuno che ci guidi. E credo che sia difficile in queste ore deciderlo, so che c'è una discussione anche tra Governo e Regioni, perché c'è la novità delle varianti e sembra che non siano più pericolose ma sono più velocemente trasmissibili". Si chiede quindi se sia giusto "mettere di nuovo tutta l'Italia sotto una campana di vetro come ha proposto per esempio Ricciardi?", e si risponde con: "Io ho dei dubbi su questo". Il sindaco di Bergamo spiega che "‘chirurgicamente' si può fare: per esempio questa settimana la regione Lombardia ha messo in zona rossa quattro comuni, sembrava impossibile un anno fa che la Regione decretasse la zona rossa e invece questa cosa si è fatta. E forse si può anche pensare a delle chiusure selettive per province purché siano tempestive".

Infine, il primo cittadino orobico ha parlato del piano vaccinale, dicendo che "questa settimana abbiamo lavorato concretamente sulla selezione dei luoghi per le vaccinazioni e l'aspettativa è che sia possibile davvero almeno da aprile cominciare quella fase più massiva con popolazione anche al di sotto dei 65 anni". "L'importante – ha aggiunto il sindaco di Bergamo – è che arrivino i vaccini e non ci siano troppe limitazioni".

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