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Il primario di Malattie infettive dell’ospedale Niguarda: “Il 95% dei pazienti è contagiato da Omicron”

Massimo Puoti, il primario del reparto di Malattie infettive dell’ospedale Niguarda di Milano, a Fanpage.it spiega che il 95 per cento dei pazienti sono contagiati dalla variante Omicron. Dalla prossima settimana è atteso il picco dei ricoveri.
A cura di Giorgia Venturini
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In Lombardia la variante Omicron del Coronavirus è ormai la causa della maggior parte dei contagi e ricoveri. Come spiega la direzione welfare di Regione Lombardia la nuova variante si riscontra nel 62 per cento dei positivi, contro il 18 per cento rappresentato dalla variante Delta, mentre nei restanti tamponi processati non è stato possibile individuare il tipo di variante. Mentre il numero di contagi in Lombardia inizia a far registrare una piccola flessione, l'effetto dell'ondata Omicron si fa sentire negli ospedali, dove aumentano i ricoveri. "I pazienti qui sono quasi tutti contagiati da Omicron", spiega a Fanpage.it Massimo Puoti, il primario del reparto di Malattie infettive dell'Ospedale Niguarda di Milano.

Dottore, com'è ora la situazione negli ospedali?

Abbiamo un incremento importante dei ricoveri: è stata però una lenta salita, nulla a che vedere con la situazione di marzo 2020 e novembre 2021. I numeri adesso iniziano a farsi sentire. Il problema ora è che questo aumento dei ricoveri sta avendo un forte impatto sull'attività no covid dell'ospedale. Lo è al Niguarda, come in tutta Italia.

Tanto da spostare operazioni?

Tutto dipende dall'impiego di risorse e di reparti. Certo è che le operazioni di emergenza non vengono rimandate. I reparti Covid hanno ora un numero importante di pazienti che in qualche modo riduce la gestione delle altre attività. Dobbiamo considerare soprattutto che in Italia anche prima della pandemia gli ospedali non avevano grosse riserve, lavoriamo in una condizione di quotidiana difficoltà. Per intenderci non siamo come in Germania dove sono garantiti sempre reparti di rianimazione e sanitari di riserva. No, in Italia no.

Che pazienti sono quelli che occupano i posti letto?

Sono per lo più non vaccinati oppure vaccinati estremamente fragili che non rispondono al vaccino. Soprattutto trapiantati, immunodepressi, malati oncologici: per loro la protezione del vaccino non è completamente efficace. Questo è ampiamente noto. E ancora, il 40-50 per cento dei pazienti sono persone che entrano in ospedale per altri motivi e che poi risultano positivi al tampone. Quindi devono essere ricoverati in reparti per pazienti positivi.

Com'è questa ondata rispetto alle altre?

Questa è completamente diversa: sta determinando un inaspettato assenteismo degli operatori sanitari perché in molti si ammalano, molto di più rispetto alle precedenti ondate.

Protagonista di questa ondata è Omicron, lo si vede anche nei pazienti in ospedale?

Quasi il 95 per cento dei pazienti sono contagiati da Omicron. O almeno è quello che vediamo nella nostra realtà ospedaliera, tra ricoverati e contagiati. Sarebbe una grande svolta avere dei vaccini studiati e realizzati unicamente per Omicron, speriamo possano arrivare già nei prossimi mesi.

La situazione in pronto soccorso è critica?

Quello che stiamo cercando di fare noi è di tenere i pazienti in pronto soccorso il meno possibile. Portarli nei reparti appena si può, così da garantire loro già una cura adeguata. Questo è un lavoro che si sta facendo ora per ora al Niguarda con l'alta attenzione della direzione: stiamo facendo tutti il massimo.

Cosa potrebbe succedere nei prossimi giorni?

Sembrerebbe che la situazione si sia stabilizzata dopo il picco di contagi degli ultimi giorni. Dobbiamo considerare che l'effetto di questi contagi sui ricoveri e morti arriva sempre circa 10-20 giorni dopo. Dobbiamo aspettarci un amento dei pazienti ricoverati dalla prossima settimana o fine mese. Mentre se ci sarà un altro picco di contagi non ci resta che attendere i possibili effetti del ritorno a scuola e del rientro dalle festività. Bisogna tenere a mente che è difficile fare previsioni perché ci troviamo ora davanti a un virus che è cambiato molto. Per fortuna abbiamo i vaccini, nonostante abbiano dei limiti.

Che tipo di limiti?

Limiti assoluti sui contagi perché non proteggono completamente dalla trasmissione e limiti sulle persone anziane o fragili che magari hanno fatto l'ultima dose del vaccino alcuni mesi fa. Bisogna correre con le terze dosi, Regione Lombardia sta facendo un grande lavoro.

Come tutelare quindi maggiormente i pazienti fragili? 

Nei prossimi mesi potrebbero arrivare degli anticorpi da iniettare a quei pazienti fragili per cui i vaccini sono poco efficienti. Bisogna capire se questi anticorpi rispondono anche a Omicron, ma i risultati in laboratorio sembrerebbero dare risposte positive. Adesso gli americani li stanno utilizzando, così a breve avremo i primi dati. Sarebbe l'arma perfetta contro il Covid.

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