Il Pd fa dietrofront e Milano non sospende il gemellaggio con Tel Aviv, Monguzzi: “Forti pressioni di Sala”

Durante la seduta di ieri, lunedì 13 ottobre, il Consiglio comunale di Milano ha bocciato l'ordine del giorno che prevedeva la sospensione del gemellaggio della città con Tel Aviv, capitale dello Stato di Israele. La mozione, promossa da Europa Verde e che contava tra i suoi firmatari diversi esponenti della maggioranza, Pd compreso, è stata respinta con 21 voti contrari, 9 favorevoli e 6 astenuti. La reazione del pubblico in aula all'esito della votazione ha costretto la presidente Elena Buscemi a sospendere la seduta e a chiedere lo sgombero, mentre fuori Palazzo Marino gli attivisti ProPal hanno avuto momenti di tensione con la polizia, con alcuni agenti che avrebbero colpito con i manganelli i manifestanti che provavano a spostare le transenne.
Dopo la bocciatura della mozione, Carlo Monguzzi, consigliere di Europa Verde, ha srotolato la bandiera della Palestina in aula e si è unito alle proteste. "C'è stata una forte pressione del sindaco sulla decisione finale", ha spiegato a Fanpage.it, "mi aspettavo più autonomia da parte dei miei colleghi. La reazione del pubblico è stata dura, ma secondo me giusta. Dopo due anni di genocidio stiamo ancora a discutere sul sindaco di Tel Aviv".
Si aspettava il voto contrario dei consiglieri del Pd?
Assolutamente no perché anche loro erano tra i firmatari della mozione. Per me è stata una presa di posizione veramente incomprensibile. Penso proprio che ci sia stato un forte intervento del sindaco, ma mi aspettavo una maggiore autonomia da parte dei consiglieri. La proposta era logica: interrompere i rapporti con Israele e, tra questi, anche il gemellaggio con la capitale Tel Aviv. È un provvedimento che è stato già adottato da numerose città italiane e anche da tre università milanesi.
Il sindaco Sala ha dichiarato prima della seduta di conoscere molto bene il sindaco di Tel Aviv, che è un laburista e che è tra i principali oppositori di Netanyahu. Da qui è arrivato il suo invito alla "prudenza". Secondo lei è un motivo sufficiente per mantenere i rapporti con la capitale israeliana?
Sì, è stato detto che il sindaco di Tel Aviv è laburista. Ma cosa importa? Cosa ha fatto concretamente il sindaco laburista in questi due anni per impedire il massacro dei bambini? Niente. Ritengo che rimuovere il gemellaggio avrebbe dato un forte segnale politico, ma è stato scelto di non farlo.
Alcuni consiglieri del Pd hanno dichiarato di aver votato contro perché, secondo loro, il testo era vecchio (era stato presentato un mese fa) e andava aggiornato. Come esempio, è stato portato il passaggio che riguardava la protezione della Flotilla e la notizia degli ultimi giorni di un cessate il fuoco tra Israele e Hamas. Pensa che con un testo aggiornato in tal senso, la mozione passerebbe?
I passaggi sulla Flotilla sono indifferenti. Il nodo politico di scontro è stato il gemellaggio con Tel Aviv, il sindaco lo ha detto chiaramente. Per quanto riguarda la tregua, è bellissimo che ci sia: l'abbiamo sognata e abbiamo lottato perché ci fosse. Ma la storia non si chiude qui, non si devono dimenticare le responsabilità dei carnefici.
Speriamo che questa tregua duri tantissimo, il più possibile, ma Israele ha mostrato numerose volte di avere zero affidabilità. Per quel poco che potevamo fare noi, rimuovere il gemellaggio sarebbe stato un elemento di pressione politica molto utile. Questo finire tutto "a tarallucci e vino" è politicamente deprimente.
La decisione del Consiglio comunale ha subito provocato reazioni decise, sia in aula che fuori. Cosa ne pensa?
Dall'interno dell'aula del Consiglio ho visto la reazione del pubblico, che è stata molto dura ma per me molto giusta. Dopo due anni di genocidio siamo ancora qui a discutere sulla posizione politica del sindaco di Tel Aviv. Mettiamoci nei panni del cittadino: conta più Tel Aviv, capitale dello Stato di Israele, o il suo sindaco?
Per quanto riguarda le tensioni che ci sono state in piazza, mi è stato raccontato di un atteggiamento molto duro da parte dei manifestanti. Quando sono uscito io, però, non ho visto alcun segno di azione violenta da parte loro. Penso ci sia stata, invece, una reazione sbagliata della polizia.