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Omicidio Carol Maltesi

Il giornalista che ha smascherato il killer di Carol Maltesi: “Ho capito che stavo parlando con l’assassino”

Fanpage.it ha intervistato Andrea Tortelli, il giornalista 43enne direttore del giornale locale BsNews che ha impresso una svolta decisiva alle indagini sull’omicidio di Carol Maltesi.
A cura di Chiara Daffini
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La mattina di sabato 26 marzo Andrea Tortelli, direttore del giornale locale online BsNews, era alle prese, come tanti altri giornalisti in quei giorni, con il secondo giallo che in pochi mesi aveva acceso i riflettori sulle montagne bresciane, dopo l'omicidio di Laura Ziliani. Ma dei quattro sacchi dell’immondizia ritrovati la domenica precedente, 20 marzo, a Paline di Borno, in Valcamonica, poco si sapeva. Ancor meno a chi appartenesse il cadavere di donna sezionato in 15 pezzi e contenuto al loro interno. Poi, però, nel giro di poche ore Tortelli, seguendo una "pista" è stato in grado di imprimere una svolta decisiva alle indagini, trovandosi a scambiare dei messaggi con colui che si è rivelato essere l'assassino reo confesso di Carol Maltesi, il 43enne Davide Fontana. Fanpage.it lo ha intervistato.

Il giallo è partito dal ritrovamento di un cadavere sezionato, all'interno di 4 sacchi dell'immondizia a Paline di Borno (Bs)
Il giallo è partito dal ritrovamento di un cadavere sezionato, all'interno di 4 sacchi dell'immondizia a Paline di Borno (Bs)

Come sono partite le tue indagini?

Dalla segnalazione di un amico, che quella mattina mi ha chiamato e mi ha fatto il nome di Charlotte Angie (il nome d’arte di Carol Maltesi, ndr). Aveva sentito una sua intervista, quattro o cinque mesi prima, alla trasmissione radiofonica “La Zanzara” e, incuriosito, aveva iniziato a seguirla sui social. Lì la donna pubblicava molte foto, dove erano visibili i suoi tatuaggi. Alcuni dei quali, secondo il mio amico, corrispondenti a quelli che gli inquirenti avevano rilevato sul cadavere della donna e diffuso per facilitarne l’identificazione. Così mi sono messo al lavoro, ispezionando i profili social di Angie, foto per foto, video per video, con fermo immagini e ingrandimenti. In poco tempo mi sono accorto che 8 dei tatuaggi immortalati negli scatti corrispondevano a quelli elencati dai carabinieri. E altri due erano compatibili.

Andrea Tortelli, direttore di Bsnews
Andrea Tortelli, direttore di Bsnews

Ma non ti sei fermato a quelli…

Nel frattempo ho iniziato a scandagliare il web alla ricerca di fonti vicine alla donna, che tra l’altro era silente sui social da un po’ di tempo. Ho contattato tantissime persone, cercando in particolare quelle che potevano aver lavorato con lei, come registi e agenzie. Dal mondo professionale che aveva gravitato attorno a Charlotte/Carol ho avuto informazioni fondamentali.

Quali?

Innanzitutto i dati della sua carta d’identità, che corrispondevano esattamente all’identikit divulgato dagli inquirenti dopo le analisi sul cadavere ritrovato a Borno. Poi, elemento decisivo, il suo numero di cellulare. Ho provato a chiamarla, ma risultava sempre spento, come ultimo tentativo le ho scritto, dichiarando subito il mio ruolo di giornalista e la necessità di verificare una notizia.

E che risposte sono arrivate?

Alla mia richiesta di parlarne a voce, per telefono, la replica è stata: "Non ho tempo adesso per i giornalisti e per spiegare perché ho lasciato il porno". E quando ho spiegato il motivo per cui avevo scritto a quel numero: “Ah ho capito mi hanno già detto diverse persone di quella ragazza. Io sto bene fortunatamente”. Poi più nulla. Ho chiesto se mi mandava un audio di tre secondi, ma niente. A quel punto l’ipotesi che qualcuno stesse scrivendo al posto di Carol diventava sempre più concreta…

Le chat di Whatsapp tra Tortelli e il numero un tempo appartenuto a Carol
Le chat di Whatsapp tra Tortelli e il numero un tempo appartenuto a Carol
Le chat di Whatsapp tra Tortelli e il numero un tempo appartenuto a Carol
Le chat di Whatsapp tra Tortelli e il numero un tempo appartenuto a Carol

E quindi?

Intanto avevo fatto altre ricerche: ero riuscito a risalire alla vera identità di Charlotte, ai suoi profili social “in borghese” e a persone che mi avevano parlato di lei, dicendomi che non la sentivano da tempo né vedevano suoi contenuti sui social. Mi è anche stato fatto notare che, nel mondo del porno, nessuno metterebbe mai come foto profilo di Whatsapp un’immagine scattata durante i provini con la scritta in evidenza. Altri mi avevano detto di aver ricevuto, dopo la metà di gennaio, messaggi da quel numero con una richiesta specifica: "Togliete tutte le mie foto, sono uscita dal mondo del porno". Tutti questi elementi mi hanno fatto pensare che ci fosse qualcuno di pericoloso ancora in circolazione e dato che sono un giornalista e non un detective, ho dato tutto il materiale che avevo ai carabinieri. Ero tentato di insistere, per saperne di più, ma non volevo rischiare di inquinare le prove.

Con gli inquirenti come è andata?

Mi hanno dato la loro piena disponibilità. Ho chiesto solo conferma di un dettaglio che ancora mancava, cioè se il tatuaggio del costato fosse di colore rosso. E lo era. Poi ho rimesso tutto nelle loro mani.

Come ti sei sentito quando hai saputo che avevi parlato con un assassino e che questo assassino era Davide Fontana?

Sollevato. Perché si tratta sì di una persona che era sì vicina a Carol, ma non nella stretta cerchia familiare. In quel caso il dramma sarebbe stato ancora più grande per chi le voleva bene.

E ora?

Ho ricevuto 135 telefonate in un giorno, anche da giornali internazionali come il Times, il Daily Mirror e il Telegraph, ma la cosa che più mi ha stupito è stato l’atteggiamento dei colleghi italiani: molti mi hanno chiamato semplicemente per complimentarsi, mi ha fatto davvero piacere. Credo che, da un punto di vista giornalistico, l’elemento chiave di questa storia sia che è stata un’inchiesta condotta con metodi tradizionali, senza particolari conoscenze, "solo" con la ricerca, la metodicità e un po’ di intuito.

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