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Il Comune di Milano non interrompe i rapporti con Israele: manifestanti in piazza, tensioni con le forze dell’ordine

Dopo che il Consiglio comunale di Milano ha votato per non interrompere il gemellaggio con Tel Aviv e i rapporti con Israele, centinaia di manifestanti sono scesi in piazza; alcuni di loro hanno tentato di occupare Palazzo Marino, tensioni si sono registrate con le forze dell’ordine.
A cura di Valerio Papadia
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Immagine di repertorio
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Pomeriggio di tensione quello di oggi, lunedì 13 ottobre, a Milano, dopo che il Consiglio comunale meneghino ha deciso di non interrompere il gemellaggio con Tel Aviv e i rapporti con Israele, chiesto nei giorni scorsi visto il genocidio in Palestina. In attesa del voto, circa 500 manifestanti si erano recati in piazza, davanti Palazzo Marino – sede dell'amministrazione comunale di Milano – in attesa che il Consiglio si esprimesse; quando si è deciso di non interrompere i rapporti con Israele, decine di manifestanti hanno tentato di occupare Palazzo Marino, facendo registrare momenti di tensione con le forze dell'ordine schierate davanti all'edificio. Dopo il tentativo di irruzione, i manifestanti si sono mossi in corteo.

Caos in Consiglio comunale: interviene la Polizia Locale

Momenti di tensione si sono registrati anche all'interno di Palazzo Marino, subito dopo la votazione, che ha visto 9 voti favorevoli e 21 contrari. Dall'area dell'aula riservata al pubblico si è levato il coro "Vergogna, vergogna", così la presidente del Consiglio comunale di Milano Elena Buscemi ha sospeso la seduta e ha richiesto l'intervento della Polizia Locale.

"Ci sembra più giusto fare qualcosa per Gaza piuttosto che qualcosa contro Tel Aviv. Abbiamo sottoscritto convintamente l'odg di Monguzzi, l'intento non era punire una città, ma dare un segno concreto contro le politiche criminali di Netanyahu" ha spiegato la capogruppo del Partito Democratico in Consiglio comunale, Beatrice Uguccioni.

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