Ha un tumore al seno e viene licenziata per “calo di lavoro”: “Al posto mio assunte 3 persone, forse ero un peso”

Licenziata dall’azienda per la quale lavorava dopo aver scoperto di avere un tumore al seno. La terribile vicenda del Milanese è quella di Rosaria Ferro, una 55enne che da quasi 4 anni lavorava per la Recuperator di Rescladina (Milano), tramite un contratto in somministrazione. Dopo un 2022 con contratti a scadenza di qualche mese, dall'inizio del 2023 la donna ha proseguito lavorando con un contratto di "staff leasing", ovvero un contratto a tempo indeterminato tramite un'agenzia. Contattata da Fanpage.it, Rosaria Ferro ha deciso di raccontare la sua storia.
"A inizio 2025 scopro di un carcinoma al seno facendo la prevenzione. Sono andata dal direttore per comunicare che avrei dovuto subire un intervento molto delicato e che sarei mancata per un po'. Fino al 12 marzo, il giorno prima dell'operazione, io ho lavorato normalmente nel settore della produzione". Dopo un mese di radioterapia e 3/4 mesi di malattia per riprendersi fisicamente e psicologicamente, la lavoratrice è tornata in azienda: "A giugno ho fatto la visita dal medico del lavoro dove mi hanno detto che sono idonea con delle limitazioni. L'Inps infatti mi ha certificato il diritto a 2 ore giornaliere di permesso e ho continuato a lavorare per 6 ore al giorno".
Il 12 settembre poi, Rosaria ha ricevuto la triste notizia: "Mi hanno detto che da 4 novembre sarebbe cessata la mia missione. Sono rimasta senza parole, ma cosa avevo fatto? La risposta è stata che c'era un calo di lavoro. Avevo il magone. L'ho comunicato ai miei colleghi ed erano tutti scioccati". Dopo aver chiesto ulteriori spiegazioni, l'agenzia ha precisato al sindacato che si tratta di una "scelta insindacabile" dell'azienda Recuperator, controllata dal gruppo Carel, che continua a ribadire di avere un calo produttivo.
Dopo la cessazione della missione della lavoratrice, l'azienda ha assunto 6 nuove persone, di cui 3 nello stesso reparto in cui lei lavorava. "Se fai entrare altre persone significa che non c'è un calo del lavoro, avranno pensato che io non stessi ancora bene e che quindi io sia un peso", commenta Rosaria con rammarico.
Contattato da Fanpage.it, Giorgio Ortolani della Nidil-Cgil Ticino Olona, ha spiegato che: "I lavoratori somministrati sono coloro che vengono assunti dalle agenzie per lavorare in aziende utilizzatrici. Sia che siano assunti a tempo determinato che a tempo indeterminato, come in questo caso, possono essere mandati via quando l’azienda lo desidera. Se Rosaria avesse avuto una tipologia di contratto differente o fosse stata assunta direttamente dall’azienda, le cose sarebbero andate in maniera differente." E ancora: "Lei era idonea al lavoro, non avevano quella scusa, tutto ciò è solo una grossa carognata, una roba indegna".
Contattata da Fanpage.it, l'azienda Recuperator ha parlato di una cessazione della collaborazione legata a una revisione delle necessità operative e una riorganizzazione interna. Da ciò ne è derivata la cessazione di due collaborazioni, tra le quali quella di Rosaria Ferro. La decisione infatti, sarebbe stata presa dall'azienda a luglio, che l'avrebbe poi comunicata all'agenzia del lavoro.
L'azienda ha poi spiegato che: "Successivamente, la linea produttiva di pertinenza della Sig.ra Ferro ha registrato alcuni guasti tecnici e malfunzionamenti temporanei che hanno determinato ritardi nella produzione. Per far fronte a tali esigenze contingenti, l’azienda ha ritenuto necessario l’inserimento temporaneo di 2 lavoratori in somministrazione aggiuntivi, con contratti di brevissima durata, entrambi in via di terminazione".
Nel momento delle valutazioni organizzative, l'azienda dice che non conosceva lo stato di salute della signora Ferro, "Nel rispetto delle norme sulla privacy". E quanto alla possibilità di ricollocazione interna: "Tale opzione non è praticabile, in considerazione delle sopravvenute limitazioni indicate dal medico competente in conseguenza alla malattia".
L'azienda ha tenuto a sottolineare inoltre che la cessazione della collaborazione riguarda il rapporto di staff leasing e che quindi la lavoratrice resta dipendente dell'agenzia. Per il prossimo 27 ottobre è attesa un'assemblea a Rescaldina, dove sarà presente in sindacato.
Da metà settembre infatti, Rosaria Ferro si è messa in contatto con la Nidil-Cgil per rendere pubblica la sua vicenda e per chiedere al comitato etico del gruppo Carel di verificare se il comportamento sia coerente con i principi del codice etico aziendale. Allo stesso tempo, si rivolge alla Consigliera di Parità della Regione Lombardia affinché venga valutata la correttezza di tale comportamento.
"Il 4 novembre è vicino, magari un buon datore di lavoro mi contatterà per assumermi", conclude la lavoratrice accennando un sorriso.