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Omicidio Carol Maltesi

“Ha pianificato di ucciderla”: perché è stato dato l’ergastolo a Davide Fontana per l’omicidio di Carol Maltesi

La Corte d’Assise d’Appello di Milano ha confermato la condanna all’ergastolo per Davide Fontana, responsabile dell’omicidio pluriaggravato di Carol Maltesi, avvenuto l’11 gennaio del 2022 a Rescaldina (Milano). Oggi, a due mesi di distanza dalla sentenza, sono state rese note le motivazioni della condanna: “Fontana ha pianificato di ucciderla”.
A cura di Giulia Ghirardi
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Carol Maltesi e Davide Fontana
Carol Maltesi e Davide Fontana
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Lo scorso 15 maggio la Corte d'Assise d'Appello di Milano ha confermato la condanna all'ergastolo per Davide Fontana nel processo bis per l'omicidio pluriaggravato di Carol Maltesi, avvenuto l'11 gennaio del 2022 a Rescaldina (Milano). Oggi, a due mesi di distanza, sono state rese note le motivazioni della condanna.

"Fontana aveva un complesso rapporto di dipendenza" con l'ex fidanzata, con la quale "aveva vissuto una nuova vita al di fuori della sua precedente ordinaria e routinaria esistenza", hanno scritto i giudici di Milano nelle motivazioni della sentenza che ha riconosciuto l'aggravante della premeditazione a Fontana. L'uomo "non poteva sopportare" che Carol "si allontanasse da lui malgrado quello che aveva fatto per lei" e per questo, non appena lei gli aveva comunicato la decisione di trasferirsi, lui avrebbe pianificato il delitto. Secondo quanto osservato dalla Corte, infatti, il 45enne avrebbe deciso di uccidere Carol già a inizio gennaio per non essere "abbandonato" e "ripiombare nella sua mediocrità" mentre la donna "cercava la sua indipendenza".

L'omicidio di Carol Maltesi

Dopo una condanna a 30 anni in primo grado e un ergastolo in secondo con il riconoscimento della premeditazione, i giudici della Cassazione hanno confermato la sussistenza dell'aggravante nel processo bis a carico di Fontana: l'uomo ha ucciso Carol colpendola con un martello e poi sgozzandola, mentre lei era legata, imbavagliata con lo scotch e incappucciata per girare un video destinato a Onlyfans commissionato dallo stesso Fontana attraverso un falso profilo.

Per coprire le sue tracce, il giorno dopo il delitto della 26enne, l'uomo aveva fatto a pezzi il corpo per poi conservarne i resti per oltre due mesi in un congelatore comprato su Amazon. Non riuscendo a bruciarli, Fontana aveva infine deciso di abbandonarli dentro alcuni sacchi neri, poi rinvenuti oltre due mesi dopo in una discarica a cielo aperto nel Bresciano. Per tutto quel tempo l'uomo aveva continuato a utilizzare il cellulare della vittima per rispondere ai messaggi di amici e parenti così da non destare sospetti.

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