Guida ubriaco e investe Noemi Fiordilino: “Per 4 centesimi sul tasso alcolemico potrebbe evitare il carcere”

Non solo guidava con una gamba ingessata e con la patente scaduta: Vincenzo Crudo era anche ubriaco la notte del 29 marzo, quando investì e uccise (senza fermarsi a prestare soccorso) la 20enne Noemi Fiordilino a Lurago Marinone, in provincia di Como. Secondo i primi rilievi dei carabinieri, l'uomo aveva 1,46 grammi di alcol per litro di sangue, ma secondo Edoardo Mastice, avvocato della famiglia della ragazza, il suo tasso alcolemico era di gran lunga superiore. La differenza è importante ai fini processuali perché sotto alla soglia di 1,5, fa notare Mastice, l'indagato potrebbe non finire neanche in carcere.
La differenza quindi si gioca sul filo di pochi centesimi. La rilevazione dei militari, secondo la famiglia di Fiordilino, sarebbe troppo bassa: "Stiamo aspettando che il pm integri le indagini con i risultati ottenuti dai nostri periti – ha detto l'avvocato Mastice al giornale Il Corriere della Sera – Per esempio abbiamo dimostrato che il tasso alcolemico alle 2:oo di notte, al momento dell'impatto, era di 1,80. Con un valore così alto la pena va dagli 8 ai 12 anni". Questo avrebbe ricadute anche sulla possibilità che Crudo possa essere messo in carcere: "Con un tasso sotto 1,50, con una pena più bassa e con il rito abbreviato – spiega il legale – l'indagato potrebbe ottenere una condanna inferiore ai 4 anni e richiedere l'affidamento ai servizi sociali. Se invece si riconosce che il tasso era maggiore di 1,50, sotto i 7 anni non ci andrà. E di conseguenza si farebbe il carcere".
L'incidente risale alla notte del 23 marzo scorso. Fiordilino si trovava in auto con il fidanzato quando i due avrebbero investito un coniglio e avrebbero deciso di accostare per constatare i danni e soccorrere l'animale. Scesa dall'auto, la ragazza è stata investita da un'auto che arrivava a tutta velocità. Crudo era stato rintracciato dopo qualche ora dai carabinieri di Cantù che lo avevano sottoposto all'alcol test. Inizialmente aveva raccontato ai militari che l'auto gli era stata rubata la sera precedente. La macchina fu poi trovata in un campo a Fenegrò: secondo le ricostruzioni degli investigatori, Crudo si era messo alla guida dopo una serata fuori per andare a recuperare il suo cellulare, che aveva dimenticato nell'auto di un amico.
Crudo è stato arrestato e portato nel carcere di Como. Dopo tre mesi ha confessato e ottenuto i domiciliari: ora è in attesa di processo.