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Gli Usa avevano avvertito di una possibile fuga di Artem Uss: “Non gli concedete i domiciliari”

Gli uffici della giustizia americana avevano avvertito i colleghi italiani del rischio di fuga di Artem Uss. Il magnate russo sarebbe stato presto estradato negli Usa e il 22 marzo è riuscito a evadere dai domiciliari.
A cura di Enrico Spaccini
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Il complesso a Borgo di Vione dove Artem Uss era agli arresti domiciliari
Il complesso a Borgo di Vione dove Artem Uss era agli arresti domiciliari

La Criminal Division dell'ufficio degli Affari internazionali del dipartimento di Giustizia statunitense si era raccomandato che per Artem Uss venisse disposta "la misura della custodia cautelare per l'intera durata del processo di estradizione". La mail su carta intestata era stata inviata il 29 novembre 2022, pochi giorni dopo la decisione della presidente della V Sezione penale di concedere i domiciliari al magnate. Il 40enne russo era, quindi, rimasto nel lussuoso appartamento del complesso a Borgo di Vione, nel comune di Basiglio, fino al 22 marzo quando è evaso.

Le accuse nei confronti di Uss e "l'altissimo rischio di fuga"

Figlio del governatore della regione di Krasnoyarsk, in Siberia, Uss rischierebbe negli Stati Uniti trent'anni di carcere. È accusato di contrabbando di petrolio dal Venezuela verso Russia e Cina, frode bancaria, traffico di tecnologie militari dagli Stati Uniti a Mosca e riciclaggio. Per i primi due reati, la Corte federale di Brooklyn aveva chiesto l'estradizione deliberata il giorno prima della fuga dalla Corte d'Appello milanese.

John Cavinato, funzionario dell'ambasciata di via Vittorio Veneto a Roma, aveva messo in guardia il direttore dell'Ufficio I verso Cooperazione Giudiziaria internazionale di via Arenula, Gianfranco Criscione. Nelle tre pagine di mail, consultate dal quotidiano La Repubblica, aveva scritto: "Dato l'altissimo rischio di fuga che Uss presenta – come indicato nella lettera del sostituto procuratore statunitense del 19 ottobre 2022 – esortiamo le autorità italiane a prendere tutte le misure possibili per disporre nei confronti di Uss".

Il 40enne era stato arrestato a Malpensa lo scorso 18 ottobre e il 25 novembre la presidente della V Sezione penale Monica Fagnoni aveva firmato un'ordinanza che accoglieva il ricorso degli avvocati del magnate russo, nonostante il parere contrario della Procura generale. Uss era stato quindi mandato ai domiciliari, nel lussuoso appartamento ristrutturato nel complesso di Borgo Vione, a Basiglio, affittato dalla moglie Maria Yagodina.

Gli altri casi di latitanti da estradare negli Usa che sono evasi dai domiciliari

Come ha ricordato nella mail Cavinato, ci sarebbero diversi precedenti di "latitanti che sono fuggiti dall'Italia mentre era in corso una richiesta di estradizione dagli Stati Uniti". Il funzionario dell'ambasciata ricorda il caso di Laura Virginia Fernandez Ibarra, la manager spagnola scappata da Firenze, il nigeriano Efeturi Simeon evaso da Milano per sfuggire alle accuse di truffe informatiche, lo statunitense Christopher Charles Garner ricercato per reati sessuali e mandato ai domiciliari a Genova, il greco Christos Panagiotakoupolos scomparso in Veneto, la svizzera Daisy Teresa Rafoi-Bleuler scappata da Milano e ricercata dal Texas per reati finanziari e corruzione, e infine il tedesco Uwe Bangert mandato ai domiciliari dai giudici di Trento nel 2019.

Insomma, per la giustizia americana concedere a Uss la misura degli arresti domiciliari avrebbe aumentato "indebitamente il rischio sostanziale che egli faccia lo stesso". Cosa che poi ha realmente fatto. Ora sul caso si sta indagando anche circa il possibile coinvolgimento di alcuni complici che avrebbero aiutato Uss a far perdere le proprie tracce.

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