3.165 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Giulio Tremonti (FdI): “In Europa c’è l’idea che il mercato è Dio e i popoli sono sudditi”

In un’intervista a Fanpage.it Giulio Tremonti invita “i globalisti ad andare a casa coi loro amici speculatori e finanzieri”.
3.165 CONDIVISIONI
Giulio Tremonti a Fanpage.it
Giulio Tremonti a Fanpage.it

Già Ministro dell'Economia nel governo Berlusconi, Giulio Tremonti è ora candidato di Fratelli d'Italia in Lombardia alle elezioni politiche. E di sicuro, visti i suoi trascorsi (non si riconosce però nell'appellativo di economista) lo aspetta un ruolo di rilievo nell'eventuale governo di centrodestra. "La prima sfida – rivela a Fanpage.it – non è economica, è politica e mentale. Bisogna capire il casino che è arrivato e capire chi l'ha creato".

La crisi energetica attualmente è la prima preoccupazione degli italiani. Come risolverla?

L'energia, quindi il metano, il gas, il pieno di benzina sono cose in cui si vedono i prezzi che salgono. Ma, in realtà, si vedono salire dappertutto. Vediamo salire il prezzo del carrello della spesa, il costo della vita in genere. E questo non avviene soltanto in Italia, non soltanto in Europa: succede anche in America.

Quindi non c'è la guerra dietro questi aumenti. Sicuramente la guerra ha creato un casino, ma il problema è più profondo ed è la speculazione. E dietro la speculazione c'è la creazione di una enorme massa di ricchezza creata dal nulla, senza una base nella realtà, nella vita, nel lavoro, nei prodotti. È una ricchezza totalmente artificiale.

Da chi viene perpetuata questa speculazione?

Dalla grande crisi del 2008 – e io ho come l'impressione di ricordarla – si è usciti, si fa per dire, con tante politiche secondo me sbagliate. Quella più sbagliata, e quella che però per oltre dieci anni ha funzionato, è stata creare dal nulla la ricchezza, la moneta.

Prima i conti si facevano in billion, adesso si fanno in trillion. Già, il billion sembrano i "fantastiliardi" di Paperone, i trilion sono un numero che non esiste. Ma questa massa di ricchezza inventata è l'habitat per la speculazione.

Dietro la speculazione c'è in Europa, per esempio, l'idea che il mercato è Dio, mentre gli Stati e i popoli non contano un tubo, sono sudditi. La mano libera alla speculazione ci porta a quello che vediamo, che è l'inflazione, ossia la tassa sui poveri.

Quali sono le principali sfide che l'Italia dovrà affrontare?

La prima sfida non è economica, è politica e mentale. Bisogna capire il casino che è arrivato e capire chi l'ha creato. Perché, come diceva Einstein, "se c'è una crisi non affidi la cura o la soluzione a chi la crisi l'ha causata". I globalisti hanno fatto tutto questo e adesso farebbero il piacere di andare a casa coi loro amici speculatori e finanzieri.

Prima di tutto bisogna capire e poi, secondo me, aiutare chi ha bisogno per rilanciare lo sviluppo. E per farlo ci vogliono meno regole. Un esempio: il governo Draghi, il cosiddetto "Governo dei migliori" in 17 mesi ha fatto decreti, solo decreti, per due chilometri e 600 metri lineari, ossia la superficie di 25 campi da calcio. Ma voi pensate che sia diritto o è rovescio?

La verità è che non ci si capisce niente. Se prendessimo uno di quei decreti e chiedessimo a uno del Governo o a uno che ha fatto quel decreto di spiegartelo non ne sarebbe capace. E pensate che possa essere capace un artigiano?

Ritiene che i progetti presentati per il Pnrr siano efficaci?

Innanzitutto il Pnrr è finanziato con gli Eurobond, che sono un'idea italiana del 2003. Alla fine li hanno realizzati ed è giusto così. Il piano è molto complicato ed è fatto in un'epoca diversa da quella che attuale: non c'era l'inflazione, per esempio, oppure l'idea del mondo dell'energia è diversa dai bisogni che ci sono adesso. Però è stato firmato e va rispettato.

Cosa non funziona del sistema fiscale italiano?

È troppo complicato, oggettivamente, è troppo complicato. E i cittadini non sono in grado di capire quanto pagano, dove e come, tra imposizioni e deduzioni. Va molto semplificato.

Quindi è un discorso di qualità, non di quantità?

Se si vuole, si possono migliorare entrambi gli aspetti. Ma se tu non capisci un tubo non è un problema né di quantità né di qualità. È che non capisci un tubo.

Quali sono le misure urgenti per incentivare il lavoro?

Ai miei tempi, la legge che ha il mio nome detassava chi investiva e chi assumeva. Quindi era, di fatto, una spinta per l'economia e dentro l'economia per il lavoro. Io la rifarei subito.

Qual è la sua opinione sul reddito di cittadinanza?

Innanzitutto il nome è sbagliato, perché se sei cittadino, se hai bisogno devi avere soldi. Io sono convinto che però nel momento che c'è adesso bisogna essere molto prudenti a pensare di toglierlo.

E sulla flat tax?

In prospettiva è giusto che tu abbia un incentivo. Più lavori, più guadagni e quindi hai un incentivo con lo sgravio fiscale a lavorare di più. Con moderazione mi sembra la cosa giusta.

E il salario minimo?

Credo che sia una delle conquiste della civiltà.

3.165 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views