Giovanni Sala morto davanti alla sede Sky di Milano, il testimone: “Bloccato dai vigilantes, chiedeva aiuto”

"All'inizio della via ho cominciato a sentire delle urla, me lo ricordo molto bene. Un ragazzo gridava e diceva aiuto, mi ha colpito". Inizia così il racconto di un testimone, ascoltato in aula davanti alla Corte d'Assise di Milano nel processo a carico di due guardie giurate accusate di omicidio preterintenzionale per la morte di Giovanni Sala.
Il 34enne è deceduto per un arresto cardiaco nella notte tra il 19 e il 20 agosto 2023, dopo essere stato bloccato (anche con un ginocchio sulla schiena) davanti alla sede Sky di Rogoredo a Milano da due guardie giurate di 46 e 64 anni anni. Per l'accusa, i due imputati avrebbero in quel caso dato "sfogo ad istinti violenti e inutilmente prevaricatori" quando non ci sarebbe in realtà stata "alcuna necessità di tutelare persone o cose da pericoli concreti".
"Mi sono fermato e ho dato un'occhiata, pensavo che la situazione si stesse risolvendo", ha aggiunto il testimone. "Il ragazzo che gridava aiuto era già sdraiato a terra e vicino a lui c'erano almeno due guardie giurate. Ho visto uno dei due, il più grosso, che gli era sopra. L'altro lo teneva da dietro, dalle gambe". Rispondendo alle domande del pm Alessandro Gobbis e delle difese, ha poi aggiunto: "In quel momento ho pensato a George Floyd", spiegando di essersi allontanato per "pochi minuti" dalla sede di Sky e raccontando che al suo ritorno "stava per arrivare l'ambulanza".
In aula sono poi stati proiettati i video delle telecamere di sorveglianza. Le immagini mostrano il 34enne, in quel momento sotto effetto di alcol e droga, correre da una parte all'altra della strada, raggiungendo più volte i vigilantes. Per tutto il tempo della proiezione dei filmati il fratello minore è rimasto in aula, mentre la mamma Lucia è uscita dopo pochi minuti, in lacrime.