Giovane precipita da una parete di arrampicata e resta paralizzato: a processo il titolare della palestra

Il 6 luglio 2022, un ragazzo si stava arrampicando su una parete della palestra Big Walls Asd di Brugherio, comune della provincia di Monza e Brianza. A un certo punto, è precipitato. Quella caduta, gli è costata una paralisi. E oggi, il titolare di quella palestra, un uomo di 69 anni, è a processo davanti al tribunale di Monza perché accusato di lesioni colpose gravissime.
Il 69enne è Gian Battista Bissi è un esperto esploratore, alpinista e arrampicatore. Nel 1985 ha svolto la prima ripetizione della via dei Ragni di Leggo sull'Alpamajo, un monte alto oltre 5mila metri, che si trova in Perù. E sempre nel 2023, ha partecipato alla spedizione al campo base dell'Everest. È stato lui a guidare la squadra di sedici persone. E sempre lui, proprio a dicembre 2023 è stato premiato dal Coni Lombardia. E il riconoscimento è stato dato anche per aver fondato e presiedere proprio la Big Walls Asd che è stata scelta come centro di preparazione olimpica per i campioni poi partiti per Parigi 2024.
Eppure, nonostante tutti questi premi e riconoscimenti, su lui adesso pesa un'accusa gravissima. Nel 2022, infatti, un ragazzo – un 26enne originario di Taiwan – è caduto ed è rimasto paralizzato. Gli è stata riconosciuta un'invalidità del 96 per cento. Ne è scaturito poi un processo dove il giovane si è costituito parte civile. Le indagini della Procura di Monza, hanno mostrato che il ragazzo fosse regolarmente imbragato. Sarebbe poi salito su una parete ripida, che era considerata di livello intermedio-facile. Si sarebbe però agganciato solo al primo moschettone a circa due metri di altezza.
Una volta che però arrivato a cinque metri di altezza, si è trovato in difficoltà. Ha chiesto aiuto a un'amica per scendere, si è retto con una mano su una roccia ma ha perso la presa. Ed è così che è precipitato nel vuoto. Per l'Accusa, Bissi è responsabile di non aver redatto la valutazione dei rischi per lo svolgimento di un'attività pericolosa e di non aver fornito "ai clienti informazioni sulle modalità di accesso e di utilizzo in sicurezza degli strumenti e delle pareti di arrampicata". Per gli inquirenti, avrebbe dovuto chiedere una dichiarazione scritta e firmata necessaria per comprendere il loro livello di conoscenza tecnica e pratica e inoltre avrebbe dovuto prevedere la presenza di personale formato per affrontare la scalata. Non solo: non avrebbe predisposto, alla base della parete, strumenti per ridurre i danni proprio in caso di caduta. La prossima udienza sarà a gennaio.