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Gaia e Fabio e i danni dell’alluvione di Meda: “Costretti a lasciare casa, chiudere i negozi e buttare via tutto”

L’alluvione dallo scorso 22 settembre ha messo in ginocchio il comune di Meda. Contattati da Fanpage.it, abbiamo sentito la storia di Gaia e Fabio, due cittadini che hanno vissuto sulla loro pelle l’emergenza, oltre che quella di Lorenzo e Carlo, che si sono occupati di coordinare i volontari.
A cura di Vittoria Brighenti
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Immagine inviata da Gaia, le persone del suo condominio che spalano il fango da un’auto
Immagine inviata da Gaia, le persone del suo condominio che spalano il fango da un’auto

"Io e la mia famiglia abbiamo dovuto dire addio a tutti i nostri ricordi, a tutto ciò che avevamo costruito negli anni. Gli scatoloni del Natale, i libri e quaderni che io e mia sorella usavamo alle elementari, vecchi vinili, persino le scarpe che mia mamma ha usato al suo matrimonio. Era tutto completamente ricoperto dal fango e ora non ci resta più nulla". 

Il peggior incubo di Gaia, 22enne di Meda, si è avverato. A causa dell'alluvione che qualche settimana fa ha colpito la Lombardia, gli abitanti del comune di 23mila abitanti in provincia di Monza e della Brianza, è rimasto in ginocchio per più di una settimana. C'è chi non ha avuto la corrente o l'acqua calda in casa per settimane, chi ha dovuto chiudere il suo negozio per giorni, chi ha perso la sua auto e chi tutti i suoi oggetti più cari.

L'alluvione del 22 settembre

"L'incubo è iniziato lunedì mattina – racconta Gaia a Fanpage.it.- pioveva da ore ormai e come solitamente facciamo tutti qui, stavo monitorando il sito internet che ha la webcam sul torrente Tarò, il fiume di Meda. Dà la possibilità di vedere i livelli dell'acqua. Alle 8.15 ho visto che il sito non si aggiornava più, quindi ho capito che c'era qualcosa che non andava, di solito funziona bene".

Verso le 11 dello scorso 22 settembre, le strade erano come fiumi in piena. Meda, così come altri comuni lombardi, è stata profondamente colpita dall'esondazione dei torrenti: "Ho ricevuto il messaggio da mia sorella, recitava: ‘Gaia, tu oggi non puoi tornare a casa perché la situazione qui è tragica, è un disastro'. Ma io non mi aspettavo una cosa del genere".

Gaia e la sua famiglia hanno dovuto lasciare la loro abitazione immediatamente. I contatori delle case, completamente sommersi, rendevano impossibile l'utilizzo della corrente e dell'acqua. I box delle auto erano completamente allagati fino a superare le bocche di lupo.

I giorni passavano ma la situazione non è affatto migliorata. Gaia ha raccontato a Fanpage.it che, passato qualche giorno, lei e la sua famiglia sono tornati a casa per spalare il fango: "Gli armadi del nostro garage sono collassati. Per tirare fuori ciò che c'era dentro abbiamo dovuto squarciare la parte posteriore. Mia mamma non è riuscita a venire anche solo a vedere da quanto era sconvolta. Abbiamo buttato tutti i nostri ricordi. Ho pianto tantissimo, rivivevo in loop quelle immagini, solo quando vivi queste cose in prima persona ti rendi conto della gravità della situazione".

Il garage del condominio di Gaia completamente allagato e ricoperto dal fango
Il garage del condominio di Gaia completamente allagato e ricoperto dal fango

Anche Fabio, costretto a chiudere il suo negozio di biciclette, ha raccontato la sua storia a Fanpage.it: "È una settimana che lavo i pezzi delle bici, è tutto completamente ricoperto dal fango. Danni di soldi, per fortuna, non ne ho avuti, se non pochi. Ci sono persone che hanno perso la loro casa e le loro macchine. Ho visto scene in cui sono scoppiati i vetri dei palazzi, roba da film. Ho voluto lavorare da solo perché so che ci sono persone che hanno vissuto peggio e spero che i volontari li abbiano aiutati. C'è gente che ha già praticamente messo in vendita la casa, perché non ce la fa più a vivere in un posto così dove ogni tot anni capitano cose di questo tipo".

E ha aggiunto che una soluzione per arrivare preparati a emergenze di questo genere, potrebbe essere quella del fare prevenzione. Continua: "L'alveo del fiume non viene pulito da anni, i muri sono vecchi, le piante con le radici si ingrossano, rompono i muri e quando viene giù l’acqua ci si deve aspettare un epilogo del genere".

Il Comune, ha detto Gaia, ha fatto il possibile per aiutare i suoi cittadini. Ha diretto la protezione civile e i vari enti, ha mandato i ragni in città per prelevare tutto ciò che era da buttare e ha ammassato tutto nella piazza centrale di Meda.

I capi dei volontari di Meda, Lorenzo Maria Benzoni e Carlo Mariano, sentiti da Fanpage.it, hanno confermato che, per ancora una ventina di giorni, quella costruzione di 4 metri che raggruppa gli oggetti dei medesi, resterà lì: "Si parla di un milione e mezzo di costi di smaltimento". Un muro di "roba" che raduna divani, elettrodomestici, armadi, zaini, giocattoli e bambole, di tutto. Alcuni, tra cui Gaia, lamentano i cattivi odori e la scarsità di igiene, oltre che "il senso di pesantezza ogni volta che si passa davanti. Alla fine c’è tutta la nostra vita", come ha detto Gaia. In aggiunta "abbiamo avuto anche il problema dello sciacallaggio, perché le persone vedevano le cose fuori dalle case e hanno iniziato a rubare. Hanno portato via una macchina nel condominio vicino al mio, si sono approfittati della situazione e sono entrati nelle case della gente. Abbiamo vissuto il delirio, davvero".

La discarica creata nella piazza principale di Meda, per raggruppare ciò che va buttato
La discarica creata nella piazza principale di Meda, per raggruppare ciò che va buttato

Lorenzo ha poi raccontato com'è nato il progetto di coordinamento dei volontari per l’occasione: "In mezz'ora è arrivata una quantità d'acqua che non avevamo mai visto prima. Insieme a Carlo, abbiamo deciso di attivare un "numero verde" dove le persone potevano inviarci le loro segnalazioni descrivendo quali fossero i danni ricevuti oppure chiamarci per collaborare come volontari. Non pensavamo di poter raggiungere più di 800 volontari contemporaneamente. Ci sono venuti ad aiutare ragazzini come anziani in pensione, c’è gente che ha saltato il lavoro per una settimana per contribuire a questa causa".

Lorenzo e Carlo hanno creato una sorta di centro di comando, composto dai loro tablet e computer, con fogli excel attraverso i quali indirizzare le persone e capire come muoversi. Carlo ha aggiunto: "Poi ci siamo interfacciati con il Comune e con la protezione civile, abbiamo fatto riunioni con il sindaco, e in 10 giorni abbiamo fatto servizi in circa 200 condomini. Siamo contenti, perché il fatto di aver impiegato così tante persone nello sgombero ha ridato alla città un'ottica di dignità abbastanza velocemente. Senza i volontari sicuramente non sarebbe andata allo stesso modo, e ne siamo grati".

Per un ultimo grazie ai volontari, è stato organizzato per domenica 12 ottobre, un pranzo presso la Piazza del Comune. Tutto il ricavato sarà devoluto al fondo comunale per gli alluvionati di Meda. Sempre per la stessa causa, è stata creata una raccolta fondi.

"Ci siamo dati tutti da fare e ci siamo aiutati come una vera grande famiglia. Ho aiutato altre persone a svuotare le loro cantine, a spalare il fango dalle strade, a liberare i tombini. Non sono attività che solitamente fanno i ragazzi della mia età, ma la solidarietà tra concittadini ci ha dato la forza di rialzarci dall'alluvione e andare avanti", ha concluso Gaia.

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