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Furto a casa di Diletta Leotta, i ladri incastrati da un parcheggiatore abusivo

La testimonianza di un parcheggiatore abusivo è stata decisiva per incastrare la banda di ladri che lo scorso giugno svaligiò l’appartamento di Diletta Leotta a Milano, con un bottino di 150mila euro. Cinque persone sono arrestate dalla polizia a Milano. Il colpo era stato ripreso dalle telecamere di sorveglianza.
A cura di Simone Gorla
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La testimonianza di un parcheggiatore abusivo è stata decisiva per incastrare la banda di ladri acrobati ritenuti responsabili di diversi furti anche nelle case di vip, tra cui la presentatrice tv Diletta Leotta.

Proprio il colpo a casa della presentatrice di Dazn, avvenuto a Milano nel giugno dello scorso anno e con un bottino da 150mila euro, ha portato all'arresto dei componenti della banda . La polizia ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di cinque persone, quattro uomini e una donna, tutti di nazionalità bosniaca. Due dei destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere si trovavano già dietro le sbarre dallo scorso febbraio, quando erano stati fermati per un colpo in un appartamento nel centro di Milano, in via San Nicolao.

Come riporta il Corriere della Sera, alle indagini sul furto ha contribuito il racconto di un parcheggiatore abusivo della zona di corso Como. Seguendo a ritroso le azioni della banda con le immagini della video sorveglianza (quelle del palazzo della Leotta hanno ripreso i ladri che entravano e poi uscivano con borse e gioielli) i poliziotti sono risaliti a qualche ora prima del colpo. Da una Volkswagen Golf scura parcheggiata in via Toqueville scendono due uomini e una donna, vestiti come i ladri in azione più tardi. A loro si avvicina il parcheggiatore che riceve una banconota per sorvegliare l'auto.

Rintracciato dalla polizia, l'uomo ha fornito dettagli utili, tra cui la conferma della nazionalità del gruppo, spiegando di aver parlato con la donna in romeno. In seguito i poliziotti hanno monitorato i telefoni dei sospettati. Scoprendo tra l'altro che dopo i primi arresti, nel mese di febbraio, la stessa donna che aveva dato il denaro al parcheggiato si lascia sfuggire le parole "c'ero anche io" in riferimento al colpo a casa Leotta.

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