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Covid 19

Focolaio Covid in una scuola media di Milano: metà delle classi in quarantena

Sarebbero nove su 18 le classi in quarantena alla scuola media Gianbattista Vico di Quarto Oggiaro, a Milano. I genitori e alcuni insegnanti chiedono quindi che venga disposta la chiusura. Intanto anche in una residenza dell’Università Bocconi è scattata la quarantena dopo che alcuni studenti sono risultati positivi al Covid-19 dopo aver eseguito i test rapidi.
A cura di Ilaria Quattrone
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Il 15 febbraio erano sei le classi della scuola media Gianbattista Vico, nel quartiere di Quarto Oggiaro a Milano, in quarantena con quattro alunni e sei docenti positivi al Covid. A distanza di una settimana il bilancio però sarebbe salito: sarebbero infatti nove classi su 18 in quarantena con 12 tra insegnanti ed educatori positivi. Una situazione condivisa anche da una residenza dell'Università Bocconi dove alcuni studenti sono risultati positivi e l'intero edificio di via Spadolini è stato posto in quarantena.

La richiesta di chiusura della scuola Vico

Nel caso della scuola, stando a quanto riportato dal quotidiano Il Corriere della Sera, alcuni genitori e insegnanti stanno chiedendo a gran voce un intervento dell'agenzia per la tutela della salute della città metropolitana di Milano: "Tutti si chiedono, davanti a questi numeri, cosa aspetti Ats a chiudere la scuola", spiega il docente e rappresentante sindacale Gerardo Salvia. La scuola Vico è parte dell'istituto comprensivo Val Lagarina. Tra le scuole infatti anche l'elementare – a seicento metri di distanza – avrebbe al momento tre classi isolate.

In quarantena gli studenti della residenza di via Spadolini

Intanto alla residenza di via Spadolini dell'Università Bocconi è iniziata, dopo i risultati di alcuni studenti positivi al Covid-19, l'isolamento per tutti gli abitanti. Oltre la quarantena, è stata data vita a una campagna di tracciamento. Le positività sono state rilevate tramite i test rapidi. Subito dopo quindi sono stati eseguiti i tamponi molecolari che potrebbero confermare il risultato. Con la ripresa delle lezioni in presenza – per le quali è prevista però una turnazione degli studenti  – l'Ateneo aveva scelto di eseguire i test rapidi nelle residenze. Una campagna di screening che era stata avviata già a luglio con i test sierologici su base volontaria a studenti, professori e personale e poi interrotta con la chiusura importa dall'entrata in zona rossa.

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