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Far studiare ‘Faccetta nera’ alle elementari: i genitori insorgono contro la proposta dei docenti

Due docenti della scuola primaria Bissolati di Cremona hanno proposto di far studiare sia ‘Faccetta nera’ che ‘Bella ciao’ ai bambini. I genitori, però, hanno protestato contro la canzone simbolo del Ventennio fascista: “È una canzone ignobile”.
A cura di Enrico Spaccini
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Studiare sia ‘Bella ciao' che ‘Faccetta nera' in classe. È un progetto proposto da due docenti della scuola primaria Bissolati, a Cremona, in nome di un approccio apolitico della storia. L'idea di mettere sullo stesso piano la marcia delle Camicie Nere diventata simbolo musicale del Ventennio fascista e il canto partigiano per antonomasia, non è piaciuta ai genitori di una classe quinta: "È una canzone ignobile e non andrebbe insegnata a dei bambini delle elementari".

La protesta dei genitori e il testo di ‘Faccetta nera'

Madri e padri dei giovani alunni hanno sottolineato come nel testo di ‘Faccetta nera' ci siano chiare celebrazioni allo spirito coloniale del fascismo, sebbene all'epoca fu osteggiata dallo stesso Benito Mussolini. Accanto ai versi: "Te daremo un'altra legge e un altro Re", in nome dello spirito imperialista e dell'imminente missione militare in Etiopia, ci sono anche le parole "piccola abissina te porteremo a Roma, liberata".

Tuttavia, la canzone ebbe così tanto successo che nemmeno Mussolini riuscì a contrastarla. Anzi, diventò proprio simbolo del Ventennio. I suoi connotati sessisti e razzisti, però, oggi non passano inosservati. "La storia non può essere spiegata con ‘Faccetta nera'", ha dichiarato il padre di un alunno della scuola Bissolati. "Il testo parla chiaro, citando le parole della marcetta delle Camicie Nere pronte a vendicare ‘gli eroi caduti' e a liberare la ‘bell'abissina'", continua un altro genitore riportato da La Provincia Cremona.

A cercare di placare gli animi ci ha pensato La dirigente dell'istituto comprensivo Cremona Due, Daniela Marzani, la quale ha affermato che quello proposto non è un progetto ufficiale "perché non è inserito nel piano dell’offerta formativa". Inoltre, "se l’iniziativa è stata proposta durante l’interclasse, non è comunque stata approvata". Per il momento, quindi, resta solo un'ipotesi senza alcun riscontro pratico.

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