Fa infiltrazioni di botulino e filler a centinaia di pazienti, ma non è un medico: 42enne denunciata

Una 42enne di Ponte San Pietro (Bergamo) è stata denunciata per esercizio abusivo della professione medica. Fingendosi medico, avrebbe effettuato infiltrazioni di tossina botulinica e filler di acido ialuronico a centinaia di clienti in una stanza della sua abitazione trasformata in studio.
A cura di Enrico Spaccini
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Una 42enne è stata denunciata dai carabinieri del Nucleo antisofisticazioni e sanità (Nas) per esercizio abusivo della professione medica. Stando a quanto ricostruito dalle indagini, la donna aveva trasformato una stanza della sua abitazione di Ponte San Pietro (in provincia di Bergamo) in uno studio nel quale, pur non essendo specialista, praticava interventi di medicina estetica come infiltrazioni di tossina botulinica e filler di acido ialuronico. Dall'analisi dei suoi smartphone, sarebbero emersi i nomi di centinaia di clienti che avrebbe operato in varie città italiane e anche all'estero. Alcune delle "pazienti" si sarebbero dovute rivolgere a dottori o andare in pronto soccorso per la varie reazioni allergiche e lesioni rimediate negli interventi.

Ad accorgersi della presunta attività illecita della 42enne erano stati i carabinieri della Stazione di Ponte San Pietro, i quali hanno subito segnalato la cosa ai colleghi del Nas. I militari hanno, quindi, effettuato alcuni servizi di osservazione, durante i quali avrebbero raccolti indizi evidenti della presunta condotta illecita. Secondo quanto ricostruito la donna, di origine russe, era solita attirare le proprie "pazienti" sfruttando pagine su Instagram e Facebook e le riceveva in una stanza della sua abitazione.

Là, senza averne alcun titolo, la 42enne avrebbe praticato interventi di medicina estetica soprattutto per correggere inestetismi del volto. Avvalendosi di farmaci di origine asiatica ed est europea, non autorizzati dall’Agenzia Italiana per il Farmaco, avrebbe eseguito numerose infiltrazioni di tossina botulinica e filler di acido ialuronico.

La Procura di Bergamo ha, dunque, disposto la perquisizione che ha portato al sequestro dello studio, dei farmaci, degli strumenti di lavoro, di agende e dei vari smartphone usati dalla 42enne. All'interno di quest'ultimi sarebbero stati rinvenuti i nomi di centinaia di clienti e prezzi allettanti che era solita offrire loro. Tra le conversazioni, però, c'erano anche alcuni scampi con donne che si lamentavano di effetti collaterali accusati dopo i trattamenti: casi di reazioni allergiche, lividi e gonfiori che le avrebbero costrette a rivolgersi a un medico o, in alcuni casi, a recarsi in pronto soccorso.

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