600 CONDIVISIONI

È morto il giornalista di Radio Popolare Maurizio Principato: il dolore di amici e colleghi

È morto a Milano Maurizio Principato, storica “voce” di Radio Popolare. Aveva 55 anni: il decesso a causa delle conseguenze di una caduta in bicicletta avvenuta alcune settimane fa. Tanti i colleghi che hanno ricordato il giornalista, appassionato di musica e fumetti ma la cui cultura spaziava in più campi.
A cura di Francesco Loiacono
600 CONDIVISIONI
Immagine

Lutto nel mondo del giornalismo: è morto a Milano Maurizio Principato, storica "voce" di Radio Popolare. Nato nel 1966, originario di Rivarolo Canavese, Principato era un giornalista specializzato in musica contemporanea e fumetti, la cui cultura spaziava però in diversi campi. Storico collaboratore di Radio Popolare fin dal 1998, per l'emittente curava alcuni blog e diverse rubriche (tra cui Cult ed Esteri) e seguiva come inviato diverse rassegne ed eventi. Maurizio Principato, come riferito dalla stessa testata per cui lavorava, è morto per le conseguenze di una caduta in bicicletta avvenuta alcune settimane fa.

Sceneggiatore, consulente culturale, storyteller, ma anche musicista (suonava il basso nella band di Radio Popolare), collaborava anche con la Radiotelevisione Svizzera: una figura poliedrica la cui scomparsa ha lasciato sgomenti amici, colleghi e conoscenti, che gli stanno dedicando diversi post di cordoglio sui social network. "Anima gentile, collega raffinato e dolcissimo", lo ha ricordato il giornalista Rai Paolo Maggioni. Un altro collega, Piero Bosio, di lui ha scritto: "Una bella persona, colta, ironica, gentile e di grande umanità".

L'addio dei colleghi di Radio popolare

L'addio al collega Principato è stato affidato a un articolo apparso sul sito di Radio popolare a firma di  che riportiamo di seguito:

Per molti ascoltatori eri la mattina presto o la mezzanotte del martedì. Ovvero le aperture di musica classica della domenica, o la trasmissione nel cuore della notte dove miscelavi le tue musiche di qualità, con racconti di note e di emozioni.

Per il palinsesto della radio però eri molto di più: le rubriche a Esteri e a Cult, le conduzioni estemporanea ovunque ce ne fosse bisogno, partire come inviato al Medimex di Bari o fare il corrispondente da Tel Aviv per una rassegna musicale…

Per la vita  della radio eri altro ancora: potevi indifferentemente suonare il basso con gli Abbo, la resident band aziendale, o affettare i cocomeri alle feste di ferragosto, oppure cercare uno sponsor o un contratto pubblicitario per una trasmissione. Tutti impegni da incastrare con quelli che avevi fuori dalla radio. E anche qui come varietà non si scherzava.

Presentare un volume di Graphic Novel o organizzare un evento sugli Abba, raccontare il fascino che ti incutevano paesi come la Norvegia o altri lembi del profondo nord. O incantare gli astanti in una di quelle serate dove raccontavi la vita e la musica di artisti che trattavi come fossero stati tuoi compagni di scuola. Per esempio eri in grado di raccontare David Bowie come se lo avessi conosciuto personalmente…

Dietro ai microfoni della radio o a quelli di una delle tue serate sapevi trasmettere  la tua passione per la l’arte e la bellezza. E lo facevi con una voce che è quella che vorrebbero avere tutti quelli che fanno radio. E proprio la tua voce, insieme ai tuoi sorrisi e alla tua presenza discreta, saranno una mancanza incolmabile. Ci piace pensare che forse ora potrai farti spiegare da Frank Zappa, il tuo maestro, i segreti delle sue follie che ancora non eri riuscito a decriptare.

Dicevi spesso che “la vita è un viaggio”, ma potevi anche non partire così presto…

600 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views