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Dopo il caso Bernardo arriva una mozione in Regione per vietare le armi negli ospedali

Domani in Consiglio regione verrà discussa una mozione presentata dal consigliere di Più Europa Michele Usuelli che chiede alla giunta di impegnarsi per contrastare la detenzione di armi all’interno degli ospedali lombardi. Lo stesso consigliere aveva denunciato il candidato sindaco del centrodestra Luca Bernardo accusandolo di girare armato tra le corsie dell’ospedale dove lavora. Bernardo aveva spiegato di essere in possesso di un porto d’armi occulto per difesa personale. Ora la discussione passa in Consiglio regionale.
A cura di Giorgia Venturini
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Il candidato sindaco del centrodestra Luca Bernardo
Il candidato sindaco del centrodestra Luca Bernardo

Una mozione contro la detenzione di armi all'interno degli ospedali lombardi. È quella che presenterà domani 7 settembre in Consiglio regionale Michele Usuelli, consigliere di Più Europa/Radicali, insieme al consigliere del Partito democratico Pietro Bussolati. L'obiettivo è quello di concentrare l'attenzione del Consiglio su uno dei temi spesso affrontanti in Lombardia e che è di recente ritornato d'attualità dopo il dibattito politico che ha visto protagonista il candidato sindaco del centrodestra Luca Bernardo e la sua pistola custodita in ospedale. A denunciare tutto qualche settimana fa era stato proprio il consigliere Usuelli tanto che il candidato sindaco aveva minacciato querela nei suoi confronti. "Per ora però io non ho ricevuto nulla", spiega a Fanpage.it il rappresentante di Più Europa.

Usuelli: A tutela dei medici ci sono già protocolli

Ora la discussione passa direttamente in Consiglio con la mozione: "Il fenomeno delle aggressioni al personale impiegato nelle strutture sanitarie e socioassistenziali, anche in Lombardia, merita di essere monitorato con attenzione in quanto molti degli episodi non vengono denunciati o sono sottostimati", precisano nella mozione i due consiglieri.  A Fanpage.it Usuelli poi entra nel dettaglio: "in nessun caso è previsto di portare una pistola in ospedale. Ci sono già protocolli di sicurezza da adottare in caso di necessità: il medico deve sempre contenere la agitazione dei pazienti e solo quando la situazione sia ingestibile, richiede l'intervento delle forze dell'ordine, quasi sempre già presenti in ospedale con un loro presidio. Di certo nessun protocollo prevede medici in possesso di armi. Va contro la nostra etica e soprattutto in ospedale non c'è nessun posto sicuro dove nascondere una pistola". Concetto ribadito anche da Bussolati che aggiunge: "Alla luce degli eventi delle ultime settimane diventa opportuno rendere più stringenti le norme in materia di sicurezza e porto d’armi nelle strutture sanitarie, perché chi entra in ospedale deve sapere di essere in un luogo sicuro, dove le armi possono essere portate solo dalle forze dell’ordine per i compiti che sono loro propri. Un impegno del Consiglio regionale in questa direzione sarebbe un segnale importante".

Usuelli: Non è previsto da nessuna parte che il medico si deve armare

Una questione dunque che per i due consigliere è necessario affrontare al più presto soprattutto dopo aver dato uno sguardo ai recenti dati: 4.887 aggressioni a operatori sanitari in Lombardia tra il 2016 e il primo semestre 2019, di cui 1.142 nel primo semestre 2019″. Per Usuelli bisogna attivare il prima possibile un tavolo di lavoro regionale, non ancora avviato per via della pandemia, per fronteggiare il fenomeno, come previsto da una recente legge regionale. Gli strumenti ci sono: oltre ai protocolli messi in campo dagli ospedali esistono anche corsi di formazione gratuiti sul tema per gli operatori. Per questo quindi appare "inopportuno che un membro del personale possa decidere di armarsi per difendersi dalle aggressioni in ospedale o sia concesso di entrare in ospedale armato. A regolare e tutelare il lavoro dei sanitari e del personale ci sono dunque corsi e protocolli, non è previsto da nessuna parte che ci si armi". E infine il consigliere ribadisce: "Il dovere di ogni operatore sanitario è quello di segnalare alla direzione ogni episodio di minaccia o di violenza considerando che in buona parte delle strutture sanitarie esistono posti di polizia o servizi di vigilanza".

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