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Donna morta per una trasfusione sbagliata a Vimercate: medico e infermiere patteggiano 13 mesi

Il medico e l’infermiere dell’ospedale di Vimercate (Monza e Brianza) che erano imputati per l’omicidio colposo di Angela Crippa, l’84enne morta per una trasfusione sbagliata nel settembre del 2019, hanno patteggiato una condanna a 13 mesi con pena sospesa. Adesso l’ospedale dovrà risarcire i parenti della vittima.
A cura di Francesco Loiacono
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Angela Crippa
Angela Crippa

Tredici mesi con pena sospesa: questo quanto hanno patteggiato il medico e l'infermiere dell'ospedale di Vimercate, in provincia di Monza e Brianza, che erano imputati di omicidio colposo per la morte di Angela Crippa. La signora, 84enne, morì nel settembre del 2019 all'ospedale di Vimercate, dove si era sottoposta a un intervento chirurgico al femore, a causa di una trasfusione sbagliata: le venne trasfuso il sangue destinato a un'altra paziente, suo omonima. Un tragico errore sul quale la procura di Monza aveva subito aperto un'inchiesta, indagando il medico e l'infermiera che quel giorno di settembre erano di turno e avevano preso in cura l'anziana, autorizzando la flebo che si rivelò poi fatale. Ieri il giudice per le udienze preliminari di Monza Federica Centonze ha accolto la richiesta di patteggiamento presentata dai legali dei due imputati, e precedentemente concordata con il pubblico ministero Cinzia Citterio, titolare delle indagini.

L'ospedale di Vimercate risarcirà i parenti della vittima

Resta invece aperto il capitolo relativo al risarcimento dei danni per i famigliari della donna. I figli, Marco e Franco Tremolada, dopo la tragica scomparsa della madre avevano subito chiesto chiarezza: "Non è possibile morire così", aveva detto a Fanpage.it il figlio Marco, che aveva assistito al momento in cui il sangue di un gruppo sanguigno sbagliato aveva iniziato a entrare in circolo nell’organismo della madre, portandola al decesso: "Oltre al dolore nostro privato è coinvolta tutta una struttura di sanità pubblica che deve darci qualche garanzia quando un cittadino che ha diritto alla salute va a farsi operare", aveva sottolineato Marco Tremolada. Tra pochi giorni, secondo quanto riporta il quotidiano "Il GIorno", dovrebbe tenersi una mediazione tra l'ospedale di Vimercate e i parenti della vittima per procedere a un tentativo di conciliazione, dopo che a inizio giugno l'ospedale aveva fatto una proposta di risarcimento che però era stata ritenuta insufficiente.

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