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Disposta una nuova perizia psichiatrica super partes per Alessia Pifferi, la sorella: “Era prevedibile”

È stata disposta la perizia psichiatrica per Alessia Pifferi: a deciderlo è stata la Corte d’Assise di Milano. Sarà valutata la capacità di intendere e di volere e la pericolosità sociale.
A cura di Ilaria Quattrone
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È stata disposta una nuova perizia psichiatrica per Alessia Pifferi, la donna accusata di aver fatto morire di stenti la figlia Diana. La decisione è arrivata nella giornata di oggi, martedì 10 ottobre. A prenderla è stata la corte d'Assise di Milano. Il perito incaricato dovrà accertare la capacità di intendere e di volere ai momenti di fatti e la pericolosità sociale della donna.

La difesa chiede di poter ascoltare le psicologhe del carcere

Durante l'udienza di oggi, il pubblico ministero aveva chiesto alla corte di non tenere in considerazione la perizia psichiatrica, alla quale la donna si è sottoposta in carcere. Gli esperti infatti hanno sostenuto che la donna soffra di un disturbo cognitivo. A sostenere la rilevanza di questo esame è ovviamente l'avvocata difensore della 37enne, la quale ha chiesto di poter ascoltare proprio le psicologhe che lavorano nell'istituto penitenziario in cui si trova Pifferi.

Il pm: A San Vittore è successo qualcosa di gravissimo

Né l'accusa né gli avvocati delle parti civili, che difendono madre e sorella della 37enne, credono che la donna fosse incapace di intendere e di volere quando decise di abbandonare la figlia per sette giorni. Per il pubblico ministero Francesco De Tommasi proprio a San Vittore sarebbe successo qualcosa di grave: "La rivisitazione dei fatti dal punto di vista del personale della struttura carceraria".

Questo avrebbe avuto l’effetto "di metterle in testa di non avere alcun tipo di responsabilità e di fare affermazioni sconcertanti durante la scorsa udienza". Il magistrato ha poi detto: "Non ci sto a essere preso in giro". Al termine dell'udienza, la Corte ha deciso di disporre una nuova perizia. Questa volta super partes.

La sorella: Non la ritengo incapace

"Era prevedibile, si sapeva che avrebbero dato la perizia. Il pensiero mio è sempre lo stesso ed quasi quello del pm: è una persona che fino al giorno prima ha vissuto normalmente. Adesso sta passando per una che ha difficoltà a parlare, muoversi e interagire. Mi sembra esagerato", ha detto la sorella Viviana Pifferi al termine dell'udienza.

"Io ho visto che quando succedono certe cose, si tende a far venire fuori qualche deficit. Questo è il mio pensiero. Conosco lei, conosco le bugie che ha detto, la rete che ha fatto. Il mio pensiero è sempre questo: non la ritengo così non capace", continua.

A chi le chiede se avesse voglia di dirle qualcosa, risponde: "Quello che dovevo dirle, gliel’ho detto anni prima. Non la ritengo così incapace dal non saper affrontare una discussione, scrivere o interagire: è una persona che fino a 40 anni ha vissuto normalmente e anche scaltra".

"Pentita dice di esserlo, cambiata non lo so. Sta vivendo in carcere, non nella vita reale. Adesso è remissiva e non lo è mai stato", risponde poi a Fanpage.it. 

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