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Disposta l’autopsia sul corpo di Jordan Jeffrey Tinti, il trapper trovato morto in carcere a Pavia

La Procura di Pavia ha aperto un fascicolo sulla morte di Jordan Jeffrey Baby, il trapper di 26 anni che è stato trovato morto in carcere a Pavia. È stata anche disposta l’autopsia.
A cura di Ilaria Quattrone
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Nella giornata di ieri, martedì 12 marzo, è stata resa nota la notizia che il trapper Jordan Jeffrey Baby, all'anagrafe Jordan Tinti, è stato trovato morto nel carcere di Pavia: aveva una corda attorno al collo. Il 26enne era stato condannato per la rapina nei confronti di un uomo di 42 anni, un operaio originario della Nigeria. L'episodio era stato ripreso e condiviso su YouTube.

La Procura di Pavia ha disposto l'autopsia sul corpo di Jordan Jeffrey Baby

Stando a quanto si apprende, la Procura di Pavia ha deciso di disporre l'autopsia sul corpo del ragazzo. Domani l'avvocato Federico Edoardo Pisani, che adesso rappresenta il padre, incontrerà il pubblico ministero titolare dell'inchiesta. Entrambi vogliono sapere cosa sia successo e sostengono che ci siano "fondati dubbi che si sia trattato di un atto volontario". Nel caso in cui così fosse, bisognerà domandarsi "perché Jordan era ancora in carcere a Pavia, dopo che aveva denunciato di aver subito là maltrattamenti e abusi sessuali".

Il caso del cantante purtroppo non è l'unico. Come denunciato dall'associazione Antigone, continuano infatti a crescere i gesti estremi nelle carceri italiane. In queste ultime ore sono almeno tre i detenuti trovati senza vita: "Il primo – su cui si attendono conferme – riguarda il trapper Jordan Jeffrey Baby ed è avvenuto nel carcere di Pavia. Il secondo, poche ore dopo, nel carcere di Teramo dove un ragazzo di venti anni si è tolto la vita nel giorno del suo compleanno. Mentre, sempre ieri, si era tolto la vita nel carcere di Secondigliano una persona di 33 anni".

Nel 2024 si sono registrati 23 suicidi nelle carceri italiane

Nel 2024 si sono già registrati 23 suicidi, uno ogni tre giorni: "Tre detenuti che si suicidano in un giorno segnano il fallimento delle istituzioni. Una tragedia che ci dovrebbe far fermare tutti e programmare azioni e politiche di segno opposto a quelle in discussione", ha aggiunto l'associazione.

"Fermatevi con il ddl sicurezza e approvate norme di umanità. Ogni suicidio è un atto a sé ma, quando sono così tanti, evidenziano un problema sistemico. Il sovraffollamento trasforma le persone in numeri di matricola, opachi agli operatori. Vanno prese misure dirette a ridurre drasticamente i numeri della popolazione detenuta. Il ddl sulla sicurezza in discussione va nella direzione opposta e potrebbe costituire una esplosione di numeri e sofferenze".

L'associazione ha poi segnalato che il carcere di Pavia, a fine febbraio, aveva un tasso di affollamento del 126 per cento con 650 persone detenute a fronte di 515 posti disponibili.

"Il suicidio del detenuto a Secondigliano, il quinto in Campania dall'inizio dell'anno, a distanza di poche ore da quello del rapper Jordan Tinti, di soli 25 anni, avvenuto nel carcere di Pavia, dopo la "sbornia dei festeggiamenti" dell'anniversario della Fondazione del Corpo di Polizia Penitenziaria, ci riporta alla triste realtà quotidiana dei suicidi che in meno di due mesi e mezzo di quest'anno sono arrivati a 23 e alle altre emergenze delle nostre carceri", ha invece spiegato il segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria Aldo Di Giacomo.

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