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Antonio Di Fazio, il manager arrestato per stupro

Di Fazio “perverso seriale” da 13 anni: usò uno ndranghetista per intimorire una vittima

Antonio Di Fazio si è servito di un suo amico ‘ndranghetista per intimorire una sua vittima fuori dal Tribunale. Secondo il gip “l’imprenditore negli anni era diventato sempre più spregiudicato”.
A cura di Giorgia Venturini
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Emergono altri particolari sull'inchiesta che accusato di stupro il noto manager farmaceutico Antonio Di Fazio. Ora, dall'ultima ordinanza in carcere emessa ieri dalla Procura di Milano, il giudice per le indagini preliminari fa riferimento a un amico dell'imputato che sorvegliava, "lanciando guardi con fare minaccioso", fuori dal tribunale una presunta vittima dell'imprenditore che si era presentata in Procura a deporre lo scorso 24 maggio: l'amico si tratterebbe di Nicola La Valle, noto pluripregiudicato vicino alla ‘ndrangheta. Così l'uomo cercava di intimorire la ragazze che avevano denunciato Di Fazio con l'obiettivo molto probabilmente di fermarle dal deporre al pubblico ministero.

Le violenze nei confronti della donna erano iniziate nel 2008

Le manette per Di Fazio erano scattate dopo che una studentessa di 21 anni aveva trovato il coraggio di denunciare l'abuso: ora il manager si trova in carcere a San Vittore con l'accusa di violenza sessuale ma anche di tentato omicidio nei confronti della sua ex moglie. Oltre alla 21enne, sarebbe altre quattro le ragazze che lo accusano di stupro e per questo è scattata la seconda ordinanza di misura cautelare in carcere. Di Fazio verrà sentito davanti al giudice per le indagini preliminari Chiara Valori e in presenza del suo avvocato Rocco Romellano. L'imprenditore potrà chiarire al sua posizione: dalle carte dell'ordinanza il giudice scrive che la "serialità delle condotte" dell'imprenditore è "costante almeno a partire dal 2008". Più di dieci anni fa infatti l'uomo avrebbe iniziato a narcotizzare prima e violentare dopo sua moglie. Con il tempo il comportamento è diventato è diventato "sempre più spregiudicato, pervasivo e violento". E ancora: con lo scopo di indurre la vittime in uno stato confusionale mentale così da impedire loro di ricordare. Sempre con un atteggiamento "subdolo e raffinato", sottolineando tutta la sua "perversione". Risalgono al 2016 le sue ripetute e frequenti ricerche di immagini sul web di ragazze narcotizzate con il cloroformio. Per il giudica ancora più grave è che anche dopo l'arresto l'imprenditore non ha mai dimostrato alcun segno di consapevolezza sulla gravità dei suoi gesti.

Di Fazio minacciava le sue vittime

Davanti al giudice una delle vittime ha raccontato le pressioni e atteggiamenti intimidatori che Di Fazio aveva nei suoi confronti. La giovane ha sottolineato la sua intenzione a denunciarlo prima ma che si è sempre fermata perché aveva paura di lui: "Mi diceva di avere conoscenze molto importanti e potenti, tanto che anche la denuncia di maltrattamenti fatta dalla moglie nei suoi confronti era stata archiviata". L'uomo si vantava di avere conoscenza nei servizi segreti e nella criminalità organizzata. Così erano continui i suoi tentativi "di blandire, denigrare, minacciare e persino perseguitare le persone offese", come riporta nell'ordinanza il giudice per le indagini preliminari. Ad appoggiare il piano di Di Fazio sarebbe stato proprio il ‘ndranghetista Nicola La Valle che avrebbe cercato di avvicinare la giovane ragazza e anche sua sorella fuori dal Tribunale. Ora per tutto è riportato nelle carte della Procura: il prossimo 17 dicembre le vittime verranno sentire dal giudice durante l'incidente probatorio.

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