Detenuto di 29 anni evade dal carcere di Bollate: è il terzo caso in pochi mesi

Un'altra evasione all'istituto penitenziario di Bollate (Milano). A scappare è un detenuto di 29 anni che era finito in carcere perché accusato per furti in abitazione. Questo è il terzo caso in pochi mesi. Il primo è stato quello di Emanuele De Maria, che non era rientrato da lavoro e aveva ucciso Chamila Wijesuriya, una collega dell'hotel in cui era impiegato, tentato di ucciderne un altro e poi si era suicidato gettandosi dal Duomo di Milano. La seconda evasione è quella di Breda Paolicelli, una donna di 55 anni che è sparita il 28 maggio scorso.
Il 29enne sparito adesso è originario di Garbagnate Milanese, altro comune dell'hinterland di Milano: era in permesso quando è fuggito. Avrebbe finito di scontare la sua pena ad aprile 2028. Appena ci si è resi conto del suo mancato rientro, sono state avviate le ricerche: "Anche questa evasione è la conseguenza dello smantellamento, negli anni, delle politiche di sicurezza dei penitenziari. Smembrare la sicurezza interna delle carceri con vigilanza dinamica, regime aperto e assenza di polizia penitenziaria favorisce inevitabilmente gli eventi critici, che sono costanti e continui", ha detto il segretario generale del sindacato autonomo di polizia penitenziaria Sappe, Donato Capece.
"Un altro è detenuto evaso dal carcere di bollate in contemporanea al rientro in Italia di Andrea Cavallari estradato dalla Spagna. Le carceri sono allo sbando e il sistema è abbandonato a se stesso", dice invece Aldo Di Giacomo, segretario generale di un altro sindacato, il S.PP. (sindacato di polizia penitenziaria).