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Daniela, adottata e malata di tumore: madre biologica accetta di fare il prelievo che può salvarla

La madre biologica di Daniela Molinari si è sottoposta al prelievo di sangue che potrà servire a curare la figlia, affetta da tumore e inserita in un programma di cure sperimentali che però non poteva partire senza il Dna di uno dei genitori. Negli scorsi giorni Daniela aveva lanciato in più occasioni appelli alla donna che l’aveva partorita e poi data in adozione, chiedendole di sottoporsi in forma anonima al prelievo.
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A cura di Francesco Loiacono
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Svolta nella vicenda di Daniela Molinari, la donna di 47 anni malata di tumore che da tempo chiedeva alla sua madre biologica di sottoporsi a un prelievo di sangue che potrebbe salvarle la vita. Dopo una serie di appelli caduti nel vuoto, e le accuse di "disumanità" lanciate all'indirizzo della donna che la partorì e poi la diede in adozione, adesso come riporta il "Corriere della sera" la madre biologica di Daniela ha accettato di sottoporsi al prelievo di sangue salvavita, che è già stato eseguito. Le analisi del sangue della donna serviranno per fornire una più ampia mappa genetica alla figlia naturale, che era stata inserita in un programma di cure sperimentali che però, senza il profilo genetico completo del genitore, non potevano iniziare. E così per Daniela, madre di due figlie, si apre uno spiraglio di speranza nell'angoscia della malattia: "Sono contenta", avrebbe dichiarato la donna secondo il "Corsera".

Il tribunale ha mediato tra le due donne garantendo i diritti di entrambe

Sulla vicenda di Daniela Molinari si era detto e scritto molto, anche senza conoscere il contesto che aveva spinto la madre a darla in adozione dopo averla partorito. Si è scoperto che la madre naturale aveva in qualche senso "subìto" la gravidanza, affrontata in giovane età e in un contesto di violenza che la donna, decisa comunque a non abortire, aveva poi voluto dimenticare "rinunciando" alla figlia. È stato il Tribunale dei minori di Milano, garantendo i diritti costituzionali di entrambe le donne e agendo nella più completa discrezione, a mediare tra le due, aiutando la prima a elaborare e superare il trauma, aiutando in maniera anonima quella figlia che non aveva mai voluto riconoscere, e la seconda a poter inseguire la speranza di cure salvavita.

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