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“Da quando sono single non posso più permettermi di vivere a Milano”: lo sfogo di Michela

“Faccio l’impiegata, ho uno stipendio normale. Ma per Milano è basso, si fa fatica”, racconta Michela, 32 anni. “Una famiglia qui non la farei. Da quando sono da sola, stare in città è diventato insostenibile. Condividendo le spese della quotidianità e la casa ce la facevo, adesso è molto difficile”
A cura di Francesca Del Boca
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"Milano ti dà tanto, sì. Ma ti toglie anche tanto". Forse troppo.

Michela V. ha 32 anni, ed è originaria di un piccolo comune della Toscana. "Ma ormai abito a Milano da più di dieci anni, posso dire che la mia vita è qui", racconta. Eppure, sogna di scappare appena può.

Soprattutto ora, dopo la fine di una storia importante e quindi di una convivenza. "Da quando sono da sola, stare qui è diventato insostenibile. Condividendo le spese della quotidianità e la casa ce la facevo, adesso è molto difficile".

Dove ti trovi adesso?

Dopo la fine della mia relazione, mi sono trovata da sola a dover cercare una sistemazione. L'unica mia amica con un trilocale, ovvero con una stanza in più per gli ospiti, abita ovviamente fuori Milano. E così in questo momento mi trovo da lei a Carugate: tra traffico e parcheggio perdo almeno un'ora di tempo tutti i giorni. E c'è chi dice "se le case a Milano costano troppo, basta trasferirsi nell'hinterland"…

Cosa rispondi a questa frase?

Che vivere fuori città è complicato. Si risparmierà magari a livello di costi, sì, ma si buttano via le giornate in spostamenti estenuanti: a volte ci ho messo anche un'ora e mezza per andare al lavoro, a ovest di Milano.

Senza contare che non ci sono occasioni di svago e socialità, per chi non è di queste parti e si trova da solo come me. Stando qui mi sveglio, vado al lavoro, torno a casa, mangio e vado a letto. Stop. Ma che vita è?

Stai cercando casa a Milano?

Ho inviato una miriade di richieste, tra gruppi sui social e agenzie immobiliari, ma non mi ha risposto quasi nessuno. Sono riuscita a visitare solo due appartamenti.

Il primo proprietario, in zona Maciachini, chiedeva 500 euro per una singola senza nemmeno lo spazio per un armadio: si trattava di un sottotetto con una finestrina minuscola in alto, una cassettiera e un lettino.

In casa c'erano altre cinque persone, che io non ho mai visto. C'era un solo bagno comune con l'ingresso direttamente in cucina, uno spazio piccolissimo con un divano. In sei. Poi la sorpresa finale: 500 euro sì ma in nero, altrimenti 650 euro con contratto. Con mesi e mesi di caparra, e garanzie di ogni genere.

La seconda casa, invece, aveva a disposizione tre camere. Una di queste sarebbe però stata a uso e consumo del proprietario, che sotto aveva un'officina e che quindi sarebbe entrato e uscito a suo piacimento in casa a ogni ora del giorno: "Salgo per usare il bagno o per mangiare, a volte mi fermo anche a dormire", mi ha detto. Zona San Siro, sempre 500 euro in nero e 600 con contratto.

Adesso, forse, ho trovato un monolocale in una casa di ringhiera, in zona Comasina. È minuscolo, ma almeno è tutto per me e posso tenere la mia cagnolina. Sono stata fortunata: pago 550 euro, il costo di una stanza singola a buon mercato.

A Milano si riesce a vivere in due, ma non da soli?

Da soli sicuramente è difficile. Basta pensare che una stanza singola costa uno sproposito: le ho viste anche a 800 euro, e io non cerco certo in centro. Al contrario un bilocale diviso in due, ovviamente in periferia, è già più sostenibile.

Senza contare l'aumento delle bollette e del costo della vita in generale, tra cibo e spese extra: lo svago a Milano, anche il più semplice, è diventato esclusivo. Le uscite serali ormai io le centellino. E come faccio in queste condizioni a conoscere persone nuove, a non stare da sola, a vivere una quotidianità che non sia solo lavoro?

È successo tutto negli ultimi tempi. Io da studente, dieci anni fa, una stanza singola a Lambrate la pagavo 350 euro, con riscaldamento e spese condominiali inclusi. Adesso il prezzo, per la stessa zona, è più che raddoppiato.

Che lavoro fai?

Faccio l'impiegata, ho uno stipendio normale. Ma per Milano è basso, si fa fatica. La mia azienda ha sedi in tutta Italia, e i miei colleghi di altre città vivono in maniera molto diversa dalla mia. Il mio, di stipendio, se ne va via quasi tutto in affitto.

L'affitto ce l'hanno anche gli altri? Certo, ma magari, se decidono di investire la mia stessa cifra nella casa, lo fanno per avere a disposizione appartamenti spaziosi e abitabili, giardinetti, terrazzi e altri benefit. Qui la spesa alta per la casa è una scelta obbligata. Per trovarsi poi a vivere in monolocali, piccoli bilocali in periferia, appartamenti brutti e maltenuti, grigi, senza sfoghi di nessun genere.

Ha senso immaginare, all'interno di un'azienda, un sistema di detrazioni fiscali ad hoc per chi abita a Milano?

Ma certo, non è giusto così. I miei colleghi hanno più disponibilità di spesa, e hanno una qualità della vita nettamente migliore.

Quindi c'è un tema anche di qualità della vita, oltre che di spese.

L'aria di questa città è terribile, la questione ecologica è seria: come si fa a vivere in un posto così inquinato? Inoltre negli ultimi anni, paradossalmente, ho fatto pochissimi viaggi, uscite, concerti, esperienze: non me le posso permettere, se non dopo attenti calcoli e risparmi. Adesso, da sola, sarà ancora peggio.

E sì che ho un buon impiego, stabile, sicuro, normale. A differenza di tanti miei coetanei, lavoro da molto tempo. Eppure mi sento in difficoltà.

Quali potrebbero essere le soluzioni?

Intervenire sugli affitti e sulla loro crescita esponenziale: il mercato immobiliare è fuori controllo. E poi alzare gli stipendi di chi lavora a Milano.

Rimarrai a Milano? Cosa vedi nel tuo futuro?

Non penso rimarrò qui a vita, con questo stipendio e da sola. Vivo qui da dieci anni, ho qui tanti affetti e ricordi: sono molto legata a Milano, e mi dispiace pensare di andar via. Ma abitarci è diventato difficile. Ho già chiesto il trasferimento alla mia azienda, vedremo cosa succederà.

In ogni caso la famiglia non la vedrei fattibile per i tempi di una città come Milano. Con la famiglia d'origine lontana e senza aiuti, lo stipendio andrebbe in baby sitter e asili. E poi, sinceramente, non vorrei veder mai crescere un bambino in una città così frenetica e inquinata.

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