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Cos’era il “tribunale popolare” dei complottisti smantellato dalla Procura: le loro assurde teorie

La Procura di Bergamo ha indagato tre uomini appartenenti al Tribunale popolare Terra lombarda. Si tratta di un organo senza valore giuridico che si occupa di diffondere teorie complottiste e di notificare ad avvocati e forze dell’ordine falsi provvedimenti in nome di fantomatici “abusi”.
A cura di Enrico Spaccini
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Tre uomini di età compresa tra i 46 e i 57 anni, residenti tra le province di Bergamo, Milano e Novara, sono indagati dalla Procura di Bergamo per i reati di usurpazione di funzioni pubbliche e minaccia a pubblico ufficiale. Questi, insieme ad altre persone ancora in corso di identificazione, fanno parte di un fantomatico Tribunale popolare e una Guardia popolare: organi giuridicamente inesistenti ma che "nelle intenzioni degli indagati e dei loro sodali" sono deputati "a difendere i propri esponenti, definiti ‘uomini vivi o naturali' dai soprusi subiti da provvedimenti di natura amministrativa o giudiziaria".

Le abitazioni dei tre che, come scrive la Questura, "condividono teorie di natura complottista che hanno alla base il disconoscimento di ogni istituzione", sono state perquisite dagli agenti della Digos e del Centro operativo per la sicurezza cibernetica Lombardia della polizia di Stato. Attaccati sui muri di casa avevano affisso un cartello: "Sede diplomatica, ambasciata di diritto naturale e internazionale. Ogni sua violazione è considerata un atto di belligeranza per invasione di una terra estera".

I "nemici" e la lista degli "inquisiti per abusi"

I tre uomini indagati, in particolare, si sarebbero presentati sui luoghi di lavoro di giudici, avvocati, agenti di polizia, carabinieri e altri professionisti ancora notificando falsi provvedimenti di natura giudiziaria emanati proprio dal fantomatico Tribunale popolare. Questi vengono chiamati "nemici", con i loro nomi inseriti in una lista di "inquisiti per abusi".

Al momento della notifica dei falsi provvedimenti, si vestivano con finte uniformi da Guardie popolari. Non fornivano alcuna carta d'identità o documenti validi, solo "lasciapassare universali".

Il concetto principale portato avanti è la convinzione che il "governo italiano, illegale e illegittimo, è una succursale di una Corporazione di natura privatistica statunitense, denominata U.S." dietro la quale ci sarebbe Donald Trump. Le forze armate e le forze di polizia "sono illegittimamente in stato di belligeranza permanente contro la popolazione civile" e un qualunque militare o agente è "un nemico conclamato, inconsapevole criminale su commissione per subordinazione".

Dalla Massoneria al Nuovo ordine mondiale

Quello che viene chiamato ‘Atto costitutivo' indica come data di nascita del Tribunale popolare il 17 gennaio 2015. Gli organi direttivi sono quattro: Terra sarda, Terra laziale, Terra lombarda e Terra emiliana-romagnola. Il sito internet è ancora attivo, così come sono ben visibili i moduli per registrarsi e per effettuare donazioni.

La loro ideologia viene propagandata in alcuni articoli pubblicati online che parlano di Massoneria e teorie complottiste varie come quella Nuovo ordine mondiale, che vede un gruppo oligarchico e segreto intento a conquistare il dominio della Terra).

"L'affondamento" del Titanic

Infine, il cosiddetto Prontuario riassume la filosofia e la visione del mondo degli affiliati al Tribunale popolare. Secondo le persone che lo hanno costituito, un ruolo chiave lo avrebbe giocato il Titanic, il transatlantico naufragato nelle prime ore del 15 aprile del 1912 a causa di una collisione con un iceberg durante il suo viaggio inaugurale dalla Gran Bretagna agli Stati Uniti.

Secondo il Tribunale popolare, il Titanic sarebbe stato "affondato" e a farlo inabissare sarebbe stata "un'imbarcazione" che ha "speronato" il transatlantico. In quell'incidente avrebbero perso la vita finanzieri che avrebbero impedito la privatizzazione della Banca Centrale Americana. Da lì, e dal crollo della borsa del '29, definita "crisi pilotata", sarebbe poi arrivata una sorta di privatizzazione degli Stati che ha ridotto i cittadini a meri "dipendenti" di oggi.

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