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Cosa dicono le motivazioni della sentenza di assoluzione di Simone Uggetti, ex sindaco di Lodi

L’ex sindaco di Lodi Simone Uggetti ha agito “in beneficio dei cittadini”, nel chiaro intento di “realizzare il miglior servizio possibile”. Nel 2016 è stato arrestato in piazza e condotto a San Vittore, accusato di turbativa d’asta per un bando sulla gestione delle piscine cittadine. L’assoluzione 7 anni dopo.
A cura di Francesca Del Boca
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Simone Uggetti ha agito "in beneficio dei cittadini", nel chiaro intento di "realizzare il miglior servizio possibile". In poche parole, il danno è stato "assolutamente esiguo", e la condotta dell'imputato "del tutto occasionale e inconsueta".

Queste le motivazioni con cui la Corte d'Appello di Milano ha assolto l'ex sindaco di Lodi, accusato di turbativa d'asta per la gestione delle piscine scoperte della città e portato a San Vittore nel 2016, per "tenuità del fatto". Si trattava del processo in Appello bis, dopo che la Cassazione aveva annullato la precedente sentenza di assoluzione.

L'arresto del sindaco di Lodi Simone Uggetti nel 2016

Una vicenda processuale lunghissima e cominciata con un arresto scenografico, in carica, avvenuto nella piazza principale di Lodi davanti ai concittadini allibiti. La motivazione, il cosiddetto "caso piscine": durante la stesura del bando pubblico per la gestione di alcune piscine scoperte della città, Uggetti aveva condiviso alcune informazioni con il consigliere di amministrazione della Sporting Lodi, società sportiva risultata poi aggiudicataria della gara, per poi tentare di nasconderne le prove.

Un'accusa di turbativa d'asta che l'aveva condotto prima nel carcere di San Vittore e poi agli arresti domiciliari. Fino alla piena assoluzione, 7 anni dopo il fatto. "Era per il bene dei cittadini", ha sempre ribadito a gran voce l'ex primo cittadino, finito davanti ai giudici insieme all'avvocato Cristiano Marini, consigliere della Sporting Lodi, e al dirigente comunale Giuseppe Demuro. "Ho agito sempre e solo nell'esclusivo interesse di Lodi. L'ho ripetuto in maniera ossessiva, per anni", disse a Fanpage.it.

Il caso politico

Ma non solo "l'incubo giudiziario", secondo la definizione dello stesso ex sindaco. Quello di Uggetti, nel 2016, si trasformò anche in un vero e proprio caso politico, che rimbombò tra le sedi di partito e le piazze di tutta Italia. "Salvini venne in piazza a Lodi con Calderoli, a mimare il gesto delle manette, fu davvero umiliante. Anche Di Maio cavalcò l'onda giustizialista", sempre le parole di Simone Uggetti. Ambedue, dopo la sentenza di assoluzione, hanno fatto un mea culpa tardivo. L'ex ministro degli Esteri pentastellato, addirittura, attraverso una lettera pubblicata su Il Foglio: "Mai più gogna mediatica come strumento di campagna elettorale. Ho contribuito anche io ad alzare i toni".

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