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Condominio nel centro di Milano ostaggio della mala movida: droga e sesso nel cortile

Droga, sesso, vandalismo e aggressioni: è quanto denunciano i residenti di uno stabile di Aler nel centro storico di Milano vittime della mala movida.
A cura di Ilaria Quattrone
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Droga, vandalismo e sesso all'interno dei cortili: è quando denunciato dalle famiglie che vivono in corso Garibaldi a Milano all'interno di uno stabile di edilizia pubblica di A.l.e.r., azienda di Regione Lombardia che si occupa delle case popolari. Il palazzo non possiede un portone, ma solo un piccolo cancello di ferro che è facile da aprire considerato che sarebbe rotto. E proprio questo spinge decine di persone a entrare nel cortile: "Vengono qui per urinare, bere, a volte usare e distribuire droga e addirittura per consumare atti sessuali – affermano i residenti – il tutto nel nostro cortile e sotto le nostre case".

Le aggressioni e gli insulti ai residenti

Nonostante i loro richiami e gli inviti ad andarsene, nulla è cambiato: spesso infatti questi rispondono insultando chi vi abita e a volte anche aggredendoli. L'ultimo caso sarebbe stato registrato tra il 6 e il 7 novembre: un uomo sarebbe sceso per chiudere il cancello e invitare le persone ad andare via, ma sarebbe stato insultato, minacciato e poi aggredito con spintoni e botte: "Infine hanno distrutto le vetrate degli ingressi alle scale mentre l'aggredito cercava di scappare". La vittima ha poi sporto denuncia alle forze dell'ordine.

La richiesta del Municipio 1

Quest'ultimo episodio ha fatto crescere la rabbia dei residenti: "Non possiamo vivere così, sappiamo che siamo in una zona di movida e che i problemi delle case popolari soprattutto in periferia sono tanti, ma riteniamo un nostro diritto avere un portone che possa impedire di accedere l'ingresso al nostro cortile". Gli inquilini infatti avevano chiesto più volte ad Aler di installare un portone o un cancello più sicuro, ma non avrebbero avuto alcuna risposta. Sul caso si è espresso anche Lorenzo Pacini, assessore alla Casa del Municipio 1: "Siamo di fronte a un paradosso. Più di 50 famiglie sono costrette a chiudersi in casa per colpa dei violenti, serve immediatamente intervenire con una chiusura idonea dello stabile". Dello stesso avviso Mattia Abdu, presidente del Municipio 1, che ha spiegato che il Municipio si porrà come interlocutore con Aler: "Per chiedere di intervenire così da risolvere questo problema".

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