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Condannato a 14 anni e 4 mesi per reati sessuali su minori Graziano Rigamonti, cantante dei Blues Brothers italiani

Graziano Rigamonti è stato condannato in primo grado dal Tribunale di Lecco a 14 anni e 4 mesi di reclusione. Il 35enne era stato arrestato a febbraio 2024 per violenza sessuale di gruppo, prostituzione minorile, produzione di materiale pedopornografico e induzione alla prostituzione.
A cura di Enrico Spaccini
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Graziano Rigamonti (foto da Facebook)
Graziano Rigamonti (foto da Facebook)

Il Tribunale di Lecco ha condannato in primo grado a 14 anni e 4 mesi di reclusione Graziano Rigamonti, il barista e cantante della ‘Italian Blues Brothers Band' accusato di violenza sessuale di gruppo, prostituzione minorile, produzione di materiale pedopornografico e induzione alla prostituzione. Il 35enne brianzolo era stato arrestato a febbraio dell'anno scorso dai carabinieri della Compagnia di Merate. Il collegio, presieduto dalla giudice Bianca Maria Bianchi, ha respinto l'istanza di revoca degli arresti domiciliari avanzata dalla difesa di Rigamonti e gli hanno riconosciuto l'obbligo di risarcire le due parti offese, un ragazzo e una ragazza minorenni assistiti dalle avvocate Mara Ratti e Tiziana Bettega.

Le indagini partite da una denuncia

Le indagini a carico di Rigamonti erano iniziate nell'agosto del 2023, in seguito alla denuncia presentata dal padre e dal nonno di una 17enne trovata semi nuda e sotto l'effetto di sostanze stupefacenti del ‘Bar dello Zoo' di Beverate, frazione di Brivio. Il 35enne è stato il titolare di quel locale dal 2022 fino a settembre del 2023. Gli investigatori della Dda avrebbero, poi, scoperto nei dispositivi di Rigamonti immagini e video che ritraevano "gli incontri sessuali che promuoveva con minorenni da lui reclutati, sia nella provincia di Lecco, che in quella di Milano".

Secondo l'accusa, il 35enne avrebbe organizzato ai suoi "clienti" incontri a luci rosse con minorenni offrendo un "tariffario delle prestazioni sessuali offerte". Incontri che sarebbero avvenuti in alberghi delle province di Milano e Lecco. Dopo alcuni giorni in carcere a Monza, sono stati concessi a Rigamonti gli arresti domiciliari.

Il processo

Il processo con rito immediato a carico di Rigamonti è iniziato lo scorso maggio. Oggi, mercoledì 4 giugno, è arrivata la condanna in primo grado. Il pm aveva chiesto 14 anni di reclusione, ma il Tribunale di Lecco ha deciso per 14 anni e 4 mesi.

Inoltre, il collegio di giudici ha riconosciuto per Rigamonti l'obbligo di risarcire due parti offese e ha disposto la trasmissione degli atti in Procura per indagare su possibili reati di violenza sessuale, cessione di stupefacenti e calunnia.

La difesa di Rigamonti

"Non riesco a comprendere la condanna per violenza sessuale perché contrasta con quanto emerso nel corso del processo", ha dichiarato Giancarlo Ascanio, avvocato difensore di Rigamonti, "e nemmeno la quantificazione della pena, che eccede di quattro mesi le richieste della Procura, nonostante sia stata pronunciata assoluzione per uno dei reati contestati: lo spaccio di stupefacenti". Il legale ha poi concluso: "Al momento non posso che prendere atto della decisione: ci sarà poi modo di criticarla nelle opportune sedi non appena verranno depositate le motivazioni".

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