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Comunali Milano, Bolognini (Lega): “Ore decisive per lo sfidante di Sala. Rasia? Mi piace molto”

“Abbiamo una lista di nomi, tutti validi. L’obiettivo è sconfiggere Giuseppe Sala e ce la faremo con il lavoro di squadra e intercettando le istanze della società civile milanese, che non guarda al partito ma alla persona”. Dopo la ricandidatura del sindaco di Milano alle comunali 2021, il centrodestra si prepara a scegliere il proprio candidato. Stefano Bolognini, assessore regionale e commissario della Lega a Milano, intervistato da Fanpage.it riflette sulla corsa a Palazzo Marino. “Paolo Del Debbio? È una suggestione. Mi piace il manager Roberto Rasia, ha una storia da raccontare”.
A cura di Simone Gorla
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"Tutti i nomi che circolano in questo momento sono di alto profilo. Da tutti c'è disponibilità a essere parte del progetto. Cerchiamo  un candidato che sia in grado di raccogliere le sensibilità civiche. Pensiamo di avere un'ottima rosa e di poter battere Sala e il centrosinistra". Stefano Bolognini, assessore regionale e commissario della Lega a Milano, intervistato da Fanpage.it riflette sulla scelta del candidato del centrodestra alle elezioni comunali milanesi 2021. La persona adatta per sfidare Giuseppe Sala, che il 7 dicembre ha annunciato la ricandidatura, sarà discussa nel corso di un vertice a Roma tra i leader nazionali: Matteo Salvini (Lega), Giorgia Meloni (Fdi) e Antonio Tajani (Forza Italia) ma anche il centrista Maurizio Lupi, rappresentante dell'area moderata che a Milano ha ancora una sua importanza.

Nelle ultime ore avete fatto molti nomi: qual è il profilo giusto per battere Sala?

Abbiamo delineato alcuni profili di persone che stanno dando disponibilità a candidarsi, segno il centrodestra milanese è attrattivo. I nomi sono quello dell’ex prefetto Alessandro Marangoni, del docente della Bocconi Maurizio Dallocchio, Roberto Rasia dal Polo, manager di Pellegrini, il segretario generale della Camera di commercio italo-americana, Simone Crolla.

Il giornalista Paolo Del Debbio?

È una suggestione interessante.

Ha una preferenza?

Sono tutti nomi di alto livello. Chiunque fosse scelto sarei contento e mi rimboccherei le maniche per aiutarlo a vincere.

Roberto Rasia viene dato tra i favoriti. Le piace?

Mi piace molto. Rappresenta proprio la faccia nuova rispetto alla politica di cui abbiamo bisogno. È chiaro che un ex prefetto o il segretario della Camera di commercio sono figure di riferimento importanti. Però un ragazzo che si è fatto da solo, con una bella storia da raccontare, è un buon punto di partenza. Sarebbe un candidato forte e avrebbe una possibilità significativa di farcela.

Qual è il modello? L'esempio è ancora Letizia Moratti?

Certo, ma anche Luigi Brugnaro a Venezia e Marco Bucci a Genova. Esponenti della società civile che hanno portato un valore aggiunto. Poi è chiaro, i leader dei partiti dovranno essere sempre al fianco del candidato con convinzione. E questa volta dovremo essere in grado di intercettare la società civile milanese, che è la più vivace d'Italia.

Quattro anni fa con Stefano Parisi non eravate riusciti?

Parisi non aveva avuto un grande empatia e capacità di coinvolgimento delle anime della città. E abbiamo perso di poco. Se troveremo candidato che saprà fare questa contaminazione positiva possiamo giocare per vincere. Partiamo da questo identikit e da questo schema.

La ricandidatura di Sala è un problema o un'opportunità per il centrodestra?

Non credo sia uno svantaggio per noi. Noi vogliamo governare questa città meglio di chi l'ha fatto finora. Sala dice non si candida in continuità, ma per fase nuova. Evidentemente anche lui non è soddisfatto del proprio operato. Cercheremo di dare noi le risposte che finora sono mancate. Sala ha perso Ema e rischia di perdere anche il Tribunale dei brevetti, le Olimpiadi sono in larga parte merito di Regione e governo. Serve una guida nuova della città che sappia cogliere l'importanza dei grandi eventi e intercettare tutti gli stimoli positivi.

Prima di poter pensare ai grandi eventi bisogna uscire dall'emergenza Covid. Su questo sareste in discontinuità con Sala?

Il nuovo sindaco dovrà cogliere i punti saldi per il rilancio della città. Ci sono gli scali ferroviari, c'è un investimento privato da 1.3 miliardi per San Siro su cui la maggioranza Sala ha divisioni interne. Non saper cogliere e spingere iniziative così è un grave vulnus. È vero che il Covid ha capovolto la città. Proprio per questo i progetti per il rilancio della città assumono maggiore importanza. Penso anche a una mobilità non solo basata sulle piste ciclabili, mentre mezzi pubblici sono esplosi.

Pensate di riproporre la Metro 6, come già proposto dal Carroccio milanese?

Alessandro Morelli con il consigliere di municipio Alessandro Verri hanno già proposto uno studio di fattibilità per una metro sull'asse di viale Ripamonti, oggi una delle poche vie d'accesso importanti senza metro. E poi c'è il prolungamento M5 fino a Monza.

Nella rosa dei nomi proposti non c'è nemmeno una donna.

Quelli fatti sono solo alcuni nomi. Tutti stanno sondando persone. Cristina Rossello (coordinatrice milanese di Forza Italia ndr) mi diceva che sentito anche Sofia Vedani, a.d. del gruppo Planetaria, e la docente Stefania Bariatti. Alcune persone guardano anche Silvia Sardone, che potrebbe essere la migliore prima per preferenze in tutti i partiti, e a Melania Rizzoli come figure femminili. Detto questo, il candidato è fondamentale, ma serve intercettare tutte e anime e le voci.

In che modo?

È importante sottolineare che saremo una squadre e tutti possono portare il proprio contributo. Alcuni profili sono in grado di parlare più facilmente con élite, altri sono più spendibili in periferia in realtà più difficili. Questo è il tema: una sola persona non basta per intercettare i bisogni della città.

Sembra di risentire lo slogan di Sala ‘è la giunta che conta' delle comunali 2016. Lo avete fatto vostro?

Certo, perché oggi non c'è una sola persona in grado di interpretare i diversi sentimenti di Milano. Lo stesso Sala è fortemente di centro, fatica ad arrivare in periferia, ma anche al perimetro a sinistra della sua coalizione. Bisogna fare i conti con la milanesità che non accetta bollinature di partito, ma giudica le persone, io penso che Sala sia più vicino a me che a Pisapia, per esempio.

Il candidato sarà deciso a Roma, Salvini avrà l'ultima parola? Sarà un candidato "in salsa leghista"?

La scelta è fatta a Roma perché il sindaco di Milano ha un ruolo nazionale e per centrodestra è una grande opportunità. Chiaramente è condivisa anche con noi a livello cittadino. Però mi sento di dire che non c'è una scelta leghista, di Forza Italia o di Fdi. I partiti condividono una serie di nomi e poi scelgono il migliore. Prendiamo l'esempio di Marangoni: di chi è? È di Milano. Serve l'approvazione da parte di tutti.

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