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Como, picchia e minaccia di morte la madre e la sorella: arrestato un 41enne

Un uomo di 41 anni di Como è stato arrestato dagli agenti della squadra mobile con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate. Per un lungo periodo di tempo avrebbe colpito e minacciato di morte la madre e la sorella. In una circostanza, ha puntato un coltello al collo di quest’ultima.
A cura di Filippo M. Capra
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Gli agenti della squadra mobile di Como hanno arrestato nella giornata di ieri, venerdì 16 aprile, un uomo di 41 anni accusato di maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate. I poliziotti hanno eseguito un'ordinanza di esecuzione della misura cautelare in carcere per l'uomo che aveva già precedenti legati alla droga e a reati contro il patrimonio.

Picchia e minaccia di morte madre e sorella: arrestato

Secondo quanto ricostruito dalle indagini della polizia, il 41enne si è reso responsabile di minacce ed aggressioni sia fisiche che psicologiche ai datti della madre e della sorella. Alcune di queste violenze erano causate dal suo stato di ebrezza in seguito all'assunzione di sostanze alcoliche. Come riportato dagli agenti, le due vittime sarebbero state reiteratamente aggredite all'interno della loro abitazione: in alcune circostanze l'uomo le ha minacciate di morte. "Cosa credi, che non sia capace di ammazzarti?", avrebbe una volta esclamato il 41enne mentre puntava un coltello al collo della sorella. In un altro episodio, le avrebbe poi stretto le mani cosi forte al collo da provocarle lesioni giudicate poi guaribili in cinque giorni dai dottori che l'hanno presa in carico in ospedale. Diversi, quindi, gli interventi delle volanti, allertate dalle richieste di aiuto arrivate dalle due vittime. Alla fine, una volta raccolti elementi a sufficienza, la Procura ha chiesto al giudice per le indagini preliminari di emettere un provvedimento cautelare in carcere così da evitare che la madre e la sorella dell'uomo potessero subire ancora la sua violenza. Di conseguenza, gli agenti si sono presentati a casa del 41enne mettendogli le manette ai polsi e trasferendolo al carcere del Bassone.

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