Come diventerà il Grand Hotel di San Pellegrino Terme che ospitò Montale e Fellini: spa, piscine e 118 camere

Il Grand Hotel di San Pellegrino Terme, in provincia di Bergamo, è un gioiello liberty incastonato nel verde delle prealpi Orobie. Emblema di lusso e sfarzo di un'epoca passata, l'albergo con le sue 250 stanze è eredità degli antichi fasti di inizio Novecento, quando il piccolo e sperduto paese di San Pellegrino, già conosciuto per l'acqua minerale, diventò elegante meta delle élite milanesi e italiane, attirate dai benefici delle sue fonti termali. Nel libro degli ospiti sono rimaste le firme dei personaggi più illustri che vi soggiornarono: la regina Margherita di Savoia, il generale Luigi Cadorna, gli scrittori premi Nobel Eugenio Montale e Salvatore Quasimodo, ma anche Federico Fellini con Giulietta Masina, Ugo Tognazzi, Ornella Muti, fino ai giocatori del grande Inter di Helenio Herrera.
Inaugurato nel 1904, il Grand Hotel chiuse nel 1979 per i costi troppo elevati. Da allora la sua mastodontica struttura, ispirata all'architettura francese ed europea dell'epoca (la stessa che suggerì al regista Wes Anderson la forma del suo "Grand Budapest Hotel"), è rimasta come un relitto sulla sponda del fiume Brembo. Dopo tanti anni di ricerche e bandi chiusi senza nessuna offerta, ora il Comune sembra aver trovato qualcuno che vorrebbe riportarlo al suo antico splendore: la società californiana Ekn Developement, gruppo immobiliare specializzato negli investimenti in ambito alberghiero.

Costi e tempi per il recupero dell'hotel
I costi stimati per il recupero e la ristrutturazione dell'immobile si aggirano attorno ai 64 milioni euro, 61 (equivalenti a 64 milioni di dollari) messi da Ekn e 3 milioni stanziati dal Comune attraverso fondi regionali. In cambio di questi investimenti, la società avrà l'hotel in concessione per 99 anni a un prezzo agevolato: solo 10mila euro all'anno. Tempi previsti per la ristrutturazione: cinque o sei anni, "Ovviamente se il gruppo americano mantiene gli impegni previsti nel bando di gara – specifica a Fanpage.it il vicesindaco di San Pellegrino Terme, Vittorio Milesi – e sanciti nella concessione che abbiamo firmato a gennaio".
Le presunte indiscrezioni sull'abbandono del progetto
Qualche mese fa, però, si era diffusa la voce che Ebbie Khan Nakhjavani, Ceo di Ekn, non si fosse presentato a una riunione con i referenti del Comune e che l'accordo per la concessione stesse vacillando. Chiacchiere alimentate anche dalle informazioni diffuse da alcuni giornali americani, che avevano parlato di difficoltà societarie legate a un investimento per un villaggio sul lago Tahoe, in Sierra Nevada, negli Stati Uniti.
"Tutte sciocchezze – ha commentato Milesi – semplicemente a quell'incontro non si è presentato l'amministratore delegato in persona ma un suo incaricato. Se ci sono stati problemi con un investimento in America questo riguarda loro, non noi: non tutte le operazioni che queste società fanno sono di successo. Qui però le cose procedono, anche se in una forma che per il momento rimane ancora indefinita".

A che punto siamo e i prossimi passi
La società americana ha presentato un primo progetto per il recupero della struttura durante la partecipazione al bando di gara. Dopo la vittoria, a gennaio ha firmato la concessione con il Comune con una clausola sospensiva: trattandosi di un palazzo storico, la soprintendenza (l'ufficio che si occupa di tutelare i beni culturali sul territorio italiano) avrebbe potuto esercitare il suo diritto di prelazione nei 60 giorni successivi. Nessuna contestazione, però, è arrivata da quel fronte e a marzo Ekn e Comune hanno firmato il documento per consolidare la concessione (era questo l'appuntamento disertato da Mr. Khan).
Ora il Comune sta aspettando che Ekn depositi progetto definitivo per la ristrutturazione dell'hotel, che però dovrà essere approvato dalla soprintendenza. L'ufficio verificherà che la proposta della società rispetti i vincoli a cui la struttura è sottoposta e ne rispetti l'architettura. "Speriamo che il progetto arrivi il prima possibile – dice il vicesindaco – Una delle nostre preoccupazioni è che la soprintendenza possa imporre delle modifiche che farebbero alzare i costi".

Come sarà il nuovo Grand Hotel
Il progetto di Ekn presentato in risposta al bando prevedeva la ristrutturazione dell'hotel come struttura alberghiera di lusso con la realizzazione di 118 camere, il recupero degli spazi del parco con la realizzazione di piscine esterne, un centro benessere all'interno della struttura e una serie di altri destinati a negozi o a sale per eventi.
Nel frattempo però qualcosa sembra muoversi: "Continuano a venire architetti e interior designer da tutta Europa per vedere la struttura e realizzare il progetto" dice Milesi. Chissà se il Grand Hotel, potrà così recuperare il suo smalto e lo scintillio di un tempo.