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Caso Chiara Ferragni

Chiara Ferragni a processo per il Pandoro gate: perché potrebbe non andare in carcere, se condannata

La Procura ha chiesto una condanna a un anno e otto mesi per Chiara Ferragni, a processo per truffa aggravata dopo il caso pandoro e uova Dolci Preziosi. Cosa può succedere?
Intervista a Paolo Di Fresco
Avvocato penalista del Foro di Milano
A cura di Francesca Del Boca
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Chiara Ferragni all’interno del Tribunale di Milano
Chiara Ferragni all’interno del Tribunale di Milano
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La Procura di Milano ha chiesto per lei una condanna a un anno e otto mesi di reclusione. Ma Chiara Ferragni, a processo per truffa aggravata dopo il caso pandoro Balocco e uova pasquali Dolci Preziosi, rischia davvero il carcere? È una possibilità concreta anche per il suo ex braccio destro Fabio Maria Damato, per il quale sono stati chiesti sempre un anno e otto mesi, e il presidente di Cerealitalia Francesco Cannillo, per cui è stato chiesto un anno?

Paolo Di Fresco
Paolo Di Fresco

Il procuratore aggiunto Eugenio Fusco e il pubblico ministero Cristian Barilli hanno chiesto una condanna a un anno e otto mesi per l'influencer. La richiesta dei magistrati considera anche il rito abbreviato, che prevede lo sconto di un terzo della pena. In cosa consiste il rito abbreviato?

È uno dei riti speciali a cui il nostro codice di procedura penale riconosce funzione premiale. Su richiesta dell’imputato, il processo si celebra sulla base degli atti contenuti nel fascicolo delle indagini, cioè sugli elementi raccolti dal pm e sui risultati di eventuali indagini difensive. L’incentivo per l’imputato consiste nel fatto che, in caso di condanna, la pena sarà ridotta di un terzo. Lo sconto di pena lo ricompensa della rinuncia ai diritti che gli spettano in dibattimento: ad esempio, la possibilità di sottoporre a contro esame i testi dell’accusa.

Ma Chiara Ferragni rischia davvero il carcere, nonostante i 3,4 milioni di euro di risarcimento già corrisposti ai consumatori?

Direi di no. Anche in caso di condanna definitiva Chiara Ferragni godrebbe, con ogni probabilità, della sospensione condizionale della pena. E comunque, se anche la pena non fosse sospesa, avrebbe sempre la possibilità di chiedere l’affidamento in prova ai servizi sociali. Del resto Ferragni si è adoperata per rimuovere le conseguenze dannose del reato con restituzioni e risarcimenti. E in ogni caso la pena richiesta è inferiore ai due anni.

Se dovesse essere confermata, la pena potrebbe ridursi ulteriormente, oltre a essere convertita?

Se fosse condannata, Ferragni potrebbe proporre appello puntando all’assoluzione oppure a una riduzione della pena. Se invece rinunciasse all’appello, potrebbe ottenere una riduzione ulteriore, pari a un sesto.

Quali potranno essere le prossime mosse della difesa di Chiara Ferragni?

Mi pare che le difese non abbiano ancora concluso e, conoscendo gli avvocati coinvolti, sono certo che avranno argomenti efficaci da spendere in difesa dei loro assistiti. In ogni caso, come dicevo, un’eventuale condanna potrebbe sempre essere impugnata.

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