Caso Chiara Ferragni

Chiara Ferragni a processo per il caso pandoro: due associazioni e una 76enne si costituiscono parti civili

Si è svolta oggi nel tribunale di Milano l’udienza predibattimentale nel processo per truffa aggravata a carico di Chiara Ferragni e altre due persone, in merito alla vendita del pandoro e delle uova di pasqua con beneficienza. Due associazioni di consumatori e una consumatrice hanno chiesto di costituirsi parti civili.
A cura di Alice De Luca
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Video: Ansa

Due associazioni di consumatori e una 76enne di Avellino si sono costituiti parti civili nel processo a carico di Chiara Ferragni e altre due persone (il suo ex collaboratore Fabio Damato e Francesco Cannillo, presidente di Cerealitalia-ID), imputate per truffa aggravata nella vendita del pandoro e per le uova di pasqua. É successo durante l'udienza predibattimentale che si è svolta oggi al tribunale di Milano (alla quale non ha presenziato l'influencer) e che proseguirà il 4 novembre, così da permettere alle parti di trattare un eventuale risarcimento. Nel procedimento era imputata anche Alessandra Balocco, amministratore delegato dell'azienda dolciaria piemontese, che è morta lo scorso agosto dopo una lunga malattia.

La 76enne si è presentata in aula in qualità di persona offesa in quanto consumatrice che ha acquistato un Pandoro "Pink Christmas", al centro delle indagini dei pm e del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza. Secondo gli investigatori, Ferragni avrebbe raccontato in modo fuorviante l'opera di beneficienza connessa alle vendite del dolce: dai video diffusi si sarebbe infatti inteso che la quantità di soldi devoluti sarebbe stata proporzionale alle vendite, mentre in realtà ammontava a una somma fissa già pattuita in precedenza con i beneficiari. L'imprenditrice ha sempre preso le distanze da queste accuse, sostenendo di non aver commesso alcun reato.

Stando a quanto emerso dall'udienza a porte chiuse, tra i legali della 76enne (Giulia Cenciarelli e Mauro Di Salvia) e i difensori dell'influencer (Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana) è in corso un tentativo di conciliazione con offerta risarcitoria fuori dal procedimento. Da quanto si è saputo, il presunto danno sarebbe stato quantificato dalla persona offesa in circa 500 euro.

"Voleva fare beneficienza – ha detto l'avvocata Cenciarelli – è una fervente cattolica, ci teneva e solo lo scorso aprile si è resa conto di quello che era successo, che la sua beneficienza non era andata a buon fine". La legale ha spiegato ai cronisti che la consumatrice, dopo aver scoperto nei mesi scorsi "quello che era successo", ha presentato denuncia. "Aveva conservato anche la foto dell'acquisto del pandoro", ha aggiunto l'avvocata. É molto probabile che accetterà "l'offerta risarcitoria" e uscirà dal procedimento.

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