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Caso dossieraggi e dati rubati

Chi sono i clienti di Equalize e quali erano le richieste: i manager cercavano informazioni sui loro dipendenti

Equalize sarebbe stata in grado di accedere a banche dati di Stato servendosi di membri delle forze dell’ordine corrotte e hacker: cosa avrebbe cercato in modo illegale la società tra le più ambite nel settore delle investigazioni private.
A cura di Giorgia Venturini
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La società Equalize Srl sarebbe riuscita ad accedere a banche dati del Ministero dell'Interno e a prelevare illegalmente tutte le informazioni richieste dai suoi clienti in cambio di denaro. Un vero e proprio business, finito ora nell'inchiesta della Procura di Milano e del procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia Francesco De Tommasi. Ma cosa cercava la società tra le più ambite nel settore delle investigazioni private?

Tramite hacker e membri delle forze dell'ordine corrotti Equalize sarebbe stato in grado di accedere a banche dati di Stato. Tra queste c'era anche il Sistema informativo interforze del Ministero dell'Interno, comunemente denominato "Ced Interforze". Qui sono racchiuse tutte le informazioni necessarie sulla tutela dell'ordine pubblico, della sicurezza pubblica e della repressione sulla criminalità organizzata. A questa banca dati possono accedere gli appartenenti alle forze dell'ordine, quindi polizia di Stato, carabinieri, guardia di finanza e polizia penitenziaria. Così come le Prefetture e i reparti interforze. Insomma questa banca dati contiene tutte le informazioni utili per le indagini.

Quali erano le richieste più frequenti fatte ai clienti a Equalize

Vari clienti incaricavano Equalize Srl – società per il 95 per cento di Enrico Pazzali e per il 5 per cento all'ex poliziotto Carmine Gallo – per avere illegalmente informazioni. I vari ingaggi sarebbero andati avanti per anni e tra i clienti finito sotto indagini c'è anche Leonardo Maria Del Vecchio, tra gli eredi di Luxottica dopo la morte del padre fondatore del famoso impero di occhiali. Tutto l'operato di Equalize avveniva dietro un importante compenso di denaro. Ma chi erano questi clienti e spesso cosa chiedevano alla società con a capo di Enrico Pazzali, anche presidente di Fondazione Fiera Milano.

Secondo la procura si trattava di informazioni "classiche" e strettamente istituzionali. Ma soprattutto impossibile da accedere a semplici cittadini in modo legale. Ma chi sono i clienti di Equalize e quali erano le richieste più frequenti?

Stando a quanto scoperto dalla Direzione Distrettuale Antimafia, le informazioni più richieste erano legate all'ambiente alto manageriale. Nel dettaglio, i manager di società importanti cercavano di ottenere più informazioni possibili sui proprio concorrenti, ma anche sui propri dipendenti e colleghi su cui avevano dei dubbi. Così come su partner commerciali. Questo tipo di attività illegale avrebbe permesso loro di ridurre i margini di errore di valutazione nell'assunzione di dipendenti decidendo in questo modo a chi affidare incarichi e responsabilità. Così facendo i manager cercavano di prendere le decisioni migliori per battere la concorrenza.

Ma non solo. Tra le esigenze più richieste degli imprenditori c'erano anche quelle di effettuare forme di monitoraggio illegale sui propri dipendenti durante l'orario di lavoro. Per soddisfare il proprio cliente Equalize si attivava inserendo nei device aziendali dei virus per garantirsi tutte le intercettazioni telematiche. Ora dovranno difendersi dal reato di accesso abusivo a sistemi informatici e a quello di intercettazioni abusive.

Come avvenivano gli accessi abusivi nei computer delle aziende

Equalize una volta assunto l'incarico dal cliente agiva in due modi per permettersi l'accesso illegale nei vari dispositive delle società oggetto della richiesta. Ovvero corrompeva pubblici ufficiali in servizio per accedere – servendosi delle loro password – alle banche dati istituzionali, tutto dietro al pagamento di somme di denaro o di altre utilità. Una volta ottenute le informazioni, Equalize le girava ai loro clienti. In altri casi si servivano di hacker professionisti in grado di violare direttamente i software che proteggono quelle informazioni.

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