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Chef Rubio sulla denuncia di Liliana Segre: “Tace sui crimini di Israele, il mio non è odio”

Lo chef tv, che risulta tra le 24 persone denunciate da Liliana Segre per messaggi d’odio online, risponde alla senatrice a vita. “Non l’ho mai minacciata. Ma perché non se la prende con i crimini di Israele in Palestina? I silenzi sono odio”
A cura di Francesca Del Boca
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"A parte che non mi è arrivata nessuna denuncia e non ho mai minacciato Liliana Segre, l'ho solo invitata a condannare i crimini di guerra di Israele, pur sapendo quanto lei non si occupi di politica quando si tratta di Palestina. Grazie a tutti per il sostegno". Lo scrive su Twitter Chef Rubio, al secolo Gabriele Rubini, in risposta alle 24 denunce che Liliana Segre ha presentato lo scorso lunedì 6 dicembre: tra queste, per di più contro ignoti, spicca quella contro il celebre cuoco tv.

La risposta via social di Chef Rubio

Si sfoga così con i suoi 170mila follower social, in più cinguettii, davanti all'accusa di aver rivolto odio e minacce online alla senatrice a vita. "Che poi mi chiedo come mai solo 24 denunciati e di questi denunciati 23 sono fake account che augurano la morte di Liliana Segre e l’unico reale è il mio, che ha avuto la sfrontatezza imperdonabile di chiederle del perché dei suoi sistemici silenzi sulla Palestina. Singolare".

E ancora scrive il volto tv celebre per i suoi programmi di cucina on the road, nel 2020 già denunciato con un esposto alla Procura della Repubblica e all’Ordine dei giornalisti dalla Comunità ebraica di Roma: "Chiedere a Liliana Segre di denunciare i crimini della colonia d'insediamento israeliana e dell'esercito nazista che da 74 anni porta avanti la pulizia etnica del popolo nativo palestinese (semita) sarebbe incitare all'odio? I silenzi di parte sono odio, non chi resiste". A chiusura di ogni tweet, due dita alzate in segno di vittoria e la bandiera della Palestina.

La denuncia di Liliana Segre contro i messaggi d'odio online

Del resto Liliana Segre lo aveva annunciato a gran voce, durante l'ultimo Forum nazionale delle donne ebree d'Italia a novembre. "Per tanto tempo sono stata in silenzio su queste persone che mi insultano. Ma adesso denuncio, è anche cattivo augurarmi la morte a 92 anni", aveva detto la donna, che da tre anni viaggia sotto scorta a causa delle minacce ricevute online.

Detto fatto. Così davanti ai carabinieri della caserma di Milano, insieme ad account dalla bandiera no vax che insultavano la senatrice soprattutto per colpa della sua lettera-invito a vaccinarsi contro il Covid, profili pro Russia e hater di ogni genere, ci è finito anche quello del popolarissimo cuoco e assaggiatore di "Unti e Bisunti". Accusato, insieme agli altri, di aver veicolato messaggi "d'odio di natura diffamatoria, spesso di carattere antisemita". 

Lui intanto, nel pieno del clamore mediatico, rassicura i numerosi seguaci. A un utente che scrive "Se non hai fatto nulla, non hai nulla da temere", risponde: "Infatti sto una crema. Sono solo disgustato dall'establishment della comunicazione e della casta giornalistica totalmente servile al sionismo". E infine: "Nessuno ha insultato nessuno. Basta vedere i tweet in cui la incalzo sulla Palestina, senza mai offendere".

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