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Cede a una donna 28mila euro per favori sessuali, poi finge che sia stato un prestito ma il tribunale gli dà torto

L’uomo ha fatto causa alla donna chiedendo indietro 28mila euro che le aveva bonificato in cambio di foto erotiche e biancheria intima. La 40enne però ha dimostrato la legittimità dello scambio e il tribunale le ha dato ragione. Ora lui dovrà pagare 5mila euro di spese processuali.
A cura di Alice De Luca
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Il tribunale di Como
Il tribunale di Como

Ha pagato una donna per avere sue foto a sfondo sessuale e biancheria intima, versandole un totale di 28mila euro. Quando però la loro relazione è finita, l'uomo ha fatto causa alla ex compagna, raccontando che lei non gli aveva restituito la somma di denaro che lui le aveva ceduto come prestito e che rivoleva indietro con gli interessi. La donna però ha dimostrato ai giudici che i soldi provenivano da un accordo di scambio legittimo. L'ex compagno, quindi, non solo non ha riavuto neanche un euro, ma è anche stato costretto a pagare 5mila euro di spese processuali. 

Tutto è cominciato tra il 2020 e il 2021, quando i due si erano conosciuti per caso e avevano deciso di intraprendere una relazione basata sullo scambio di denaro e foto o materiale a sfondo sessuale. Nel corso del tempo l'uomo aveva bonificato alla donna un totale di 28mila euro in cambio di immagini erotiche, biancheria intima e favori sessuali, fino a quando la 40enne aveva deciso di interrompere questa relazione e trasferirsi da Como in Svizzera per lavoro.

Lui allora ha denunciato la signora, raccontando di averle prestato dei soldi senza che gli fossero mai stati restituiti. I giudici hanno quindi emesso un decreto di ingiunzione con il la donna è stata invitata a sanare il debito. La 40enne a quel punto si è rivolta a un avvocato e ha impugnato il decreto. La donna "Ha dimostrato l’esistenza di un titolo alternativo al prestito, idoneo a giustificare il proprio diritto a trattenere le somme ricevute", si legge nelle motivazioni della sentenza con la quale il giudice le ha dato ragione.

A propria discolpa, la ricorrente ha portato anche alcune chat whatsapp nelle quali l'uomo le aveva inviato foto di banconote chiedendo in cambio favori sessuali. Durante il Covid, per esempio, le aveva offerto 3mila euro in cambio dell'invio di foto e di capi di biancheria intima. Il denaro, quindi, era stato versato a fondo perduto e senza nessun accordo di prestito. Il giudice ha revocato il decreto ingiuntivo a carico della 40enne e ha condannato l'uomo al pagamento di 5mila euro di spese processuali.

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