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Cecilia De Astis investita da quattro bambini a Milano, oggi l’udienza. Il figlio: “Sono immaturi ma responsabili”

Si svolgerà oggi al Tribunale dei Minori di Milano l’udienza per decidere se destinare a una comunità i quattro bambini che hanno travolto e ucciso con un’auto rubata la 71enne Cecilia De Astis a Milano. Uno dei due figli della donna, Filippo Di Terlizzi, presente fuori dall’aula, si è augurato che la Magistratura valuti le condizioni in cui i ragazzi sono cresciuti.
A cura di Alice De Luca
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Cecilia De Astis e l’auto che l’ha travolta in via Saponaro a Milano (foto da Facebook e LaPresse)
Cecilia De Astis e l’auto che l’ha travolta in via Saponaro a Milano (foto da Facebook e LaPresse)

Si svolgerà oggi nel tribunale dei Minori di Milano l'udienza per decidere se verranno affidati a una comunità i quattro bambini che, a bordo di un'auto rubata, hanno travolto e ucciso la 71enne Cecilia De Astis a Milano. Uno dei due figli della donna, Filippo Di Terlizzi, presente all'udienza, si è augurato che la magistratura faccia il suo lavoro: "Devono inquadrare e valutare questi ragazzini all'interno del loro ambito familiare – ha detto al giornale Il Corriere della Sera – É una situazione che si conosce perché si sa come vivono, di cosa vivono, di quali espedienti vivono queste persone. Si sa che vivono di furti non nascondiamolo, non giriamoci dall'altra parte". 

L'incidente risale allo scorso 11 agosto. De Astis stava camminando in via Saponaro, a Milano, quando è stata investita e uccisa da un'auto fuori controllo che è passata sopra all'area verde dove transitano i tram, l'ha colpita e si è poi schiantata contro un palo. Le quattro persone a bordo sono fuggite senza prestare soccorso. Si sarebbe scoperto solo più tardi che si trattava di bambini: un 13enne, due 12enni e un 11enne che abitavano in un campo nomadi nella periferia sud di Milano. L'auto invece era stata rubata la sera prima a due turisti francesi in vacanza a Milano. Nei giorni successivi i bambini erano stati fermati mentre con i familiari cercavano di allontanarsi dalle loro abitazioni. Ora tre di loro si trovano in comunità, mentre il quarto (il 13enne che guidava l'auto al momento dell'incidente) si allontanato dal campo e non è ancora stato rintracciato.

"Non si può riversare tutta la colpa sui ragazzini – ha detto Di Terlizzi – perché sono minorenni e non hanno la maturità ancora per rendersi perfettamente conto delle loro azioni. Ma questo non toglie comunque che sono responsabili. Se ne sono andati appena hanno avuto la possibilità perché sono stati rilasciati, quando evidentemente potevano già essere messi in condizioni di non nuocere. I genitori non hanno permesso loro di crescere secondo i canoni della società moderna anzi li hanno educati a rubare e in questo caso anche ad uccidere senza porsi un minimo problema di coscienza". Secondo Di Terlizzi, "la giustizia potrebbe essere quella di mandare questi ragazzini in un riformatorio, un luogo dove possono essere rieducati, per quanto si possa rieducare chi è stato introdotto nella società con queste modalità".

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