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Caso Ruby, Emilio Fede torna “libero”: “È anziano e malato”, pena differita

I giudici del Tribunale di Sorveglianza hanno deciso “il differimento della esecuzione della pena per la durata di un anno” per Emilio Fede. L’ex direttore è stato condannato in via definitiva nel 2019 per la vicenda Ruby bis a 4 anni e 7 mesi.
A cura di Giorgia Venturini
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Torna "libero" Emilio Fede. Il Tribunale di Sorveglianza di Milano ha concesso all'ex direttore del Tg4 "il differimento della esecuzione della pena per la durata di un anno": i giudici hanno riconosciuto le sue condizioni precarie di salute dovute anche all'età avanzata. La salute del giornalista sarebbe infatti in "continuo peggioramento" a causa anche della sua età, ossia 90 anni. Emilio Fede è stato condannato in via definitiva nel 2019 per la vicenda Ruby bis a 4 anni e 7 mesi. A questi se ne sommano altri 2 per il caso di un presunto fotoricatto. Avrebbe dovuto finire di scontare la pena il 12 novembre del 2025.

Emilio Fede ha detto di essere tornato libero

Lo ha annunciato lo stesso Emilio Fede con una telefonata alla trasmissione "Non è l'arena" di Massimo Giletti, ieri sera. Lo stesso ex direttore, difeso dal legale Salvatore Pino, aveva annunciato di essere tornato "libero". A causa delle due condanne – come ricorda Repubblica – l'ex direttore era stato prima in detenzione domiciliare e poi in affidamento in prova: ora Fede torna in condizione di libertà. Il giudice ha deciso per il differimento dell'esecuzione della pena per un anno, probabilmente poi prorogato. Per i giudici a causa della sua età si è "fortemente affievolita la funzione rieducativa della pena". Ma soprattutto non si "ravvisano profili di attuale pericolosità sociale". A Giletti durante la trasmissione Emilio Fede ha dato così la notizia: "Sono libero, è tornata la vita! Anche se in un momento difficile, tu lo sai, ho perso mia moglie, che era anche una tua grande amica. Finalmente posso guardarmi attorno e tornare ad essere quel ragazzo che dal cuore della Sicilia è partito per scoprire chissà quali malefatte".

Le tappe del processo

La Cassazione sul caso Ruby si era espressa nel 2019 confermando la condanna a 4 anni e 7 mesi di reclusione per l'ex direttore del Tg4 Emilio Fede e a 2 anni e 10 mesi per l'ex consigliera lombarda Nicole Minetti nel processo Ruby bis. Entrambi sono stati accusati di favoreggiamento della prostituzione per le serate nella villa di Silvio Berlusconi ad Arcore. Nel dettaglio, l'ex direttore è stato processato per tentata induzione e favoreggiamento della prostituzione, mentre per Minetti è di favoreggiamento della prostituzione. La sentenza di primo grado era arrivata nel luglio del 2013 quando il Tribunale di Milano aveva condannato a 7 anni Emilio Fede e Lele Mora, e a 5 anni Nicole Minetti.

L'anno successivo le condanne erano state ridotte in appello: vennero inflitti sei anni e un mese di carcere a Mora, tre anni a Minetti e quattro anni e dieci mesi a Fede. Davanti alla sentenza in Appello solo Fede e Minetti nel 2015 hanno presentato ricorso in Cassazione e la Suprema Corte, rilevando alcune lacune motivazionali, annullò la sentenza d'appello disponendo un nuovo processo. La Corte d'appello di Milano, in sede di rinvio, assolvendo i due imputati da alcuni episodi di reato che erano stati loro contestati, diminuì le pene a 4 anni e 7 mesi per Fede e a 2 anni e 10 mesi per Minetti. Poi la Cassazione ha emesso il verdetto definitivo. Oggi, nel 2021, Fede torna a essere un uomo libero.

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