video suggerito
video suggerito
Caso Chiara Ferragni

Chiara Ferragni ha risarcito con 500 euro la pensionata di Avellino che le chiedeva i danni per il pandoro

Chiara Ferragni ha risarcito l’unica consumatrice che si è presentata come parte offesa al processo che la vede imputata per truffa aggravata per il caso pandoro Balocco. La donna, dopo una trattativa extragiudiziale con i legali dell’influencer, formalizzerà presto la revoca dell’istanza.
A cura di Francesca Del Boca
90 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Ha finalmente ottenuto il risarcimento richiesto di 500 euro la signora Adriana, la pensionata campana di 76 anni che da sola si è fatta avanti per costituirsi parte civile nel processo che vede Chiara Ferragni imputata per truffa aggravata dopo il caso pandoro Pink Christmas e uova di Pasqua Dolci Preziosi.

La trattativa extragiudiziale tra i legali della donna, Giulia Cenciarelli e Mario di Salvia, e quelli dell'influencer di Cremona, Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana, secondo quando si apprende, sarebbe avvenuta in forma riservata. Ma è plausibile che gli avvocati che assistono Ferragni, intenzionati fin da subito a chiudere alla svelta il procedimento, abbiano acconsentito facilmente alle pretese della 76enne, sborsando la cifra stabilita dalla presunta parte offesa tra "danni patrimoniali e non patrimoniali". 

La pensionata di Avellino risarcita dall'influencer: "Voleva fare beneficenza"

La signora, residente ad Avellino, è stata infatti l'unica consumatrice a chiedere di essere ammessa come parte civile nel procedimento contro l'imprenditrice digitale, il suo ex fedelissimo Fabio Damato e l'azienda dolciaria Cerealitalia (non più Balocco, depennata di recente dalla lista dopo il decesso della presidente Alessandra Balocco). Il motivo? Il "danno economico" subito con l'acquisto di una decina di pandori rosa Balocco, griffati con il logo di Ferragni e immessi sul mercato al prezzo maggiorato di 9,37 euro invece che a quello originale di 3,68, e la "frustrazione dell'intento solidaristico" mancato. "Voleva fare beneficenza", avevano spiegato gli avvocati della donna durante la prima udienza. "È una fervente cattolica, ci teneva tanto".

Le accuse contro Chiara Ferragni

La campagna commerciale legata al dolce natalizio, secondo l'accusa, avrebbe infatti fatto intendere ai consumatori che una parte del ricavato delle vendite sarebbe andata in beneficenza (e in particolare al reparto pediatrico dell'Ospedale Regina Margherita di Torino) quando in realtà era stata la sola Balocco, mesi prima, a versare una donazione slegata dal numero effettivo degli acquisti. In questo modo Ferragni avrebbe ottenuto un "ingiusto profitto" di oltre due milioni di euro, traendo vantaggio non solo dal prezzo maggiorato del prodotto ma anche dal ritorno di immagine derivante dall’utilizzo improprio della beneficenza.

Le fasi del processo a Milano

E così, in occasione della prossima udienza predibattimentale, prevista il 4 novembre al Tribunale di Milano, è attesa la revoca dell'istanza della 76enne, pronta a farsi ufficialmente da parte dopo aver ottenuto la somma desiderata. Quel giorno, in aula, il giudice della terza penale Ilio Mannucci Pacini dovrà anche pronunciarsi sulle altre richieste di parte civile (due associazioni di consumatori), e si passerà quindi alla fase dell'ammissione dei riti alternativi: al momento è probabile che si possa arrivare a un processo con rito abbreviato, con udienze già fissate per il 25 novembre e il 19 dicembre e sentenza attesa per gennaio 2026. 

90 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views