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Caryl Menghetti, la 46enne che ha ucciso il marito a coltellate è stata assolta: “Era incapace di intendere e volere”

Caryl Menghetti ha ucciso il marito Diego Rota la notte tra il 25 e il 26 gennaio 2024, accoltellandolo nel loro letto nella casa di Martinengo (Bergamo) dove abitavano con la figlia. La donna è stata assolta perché ritenuta totalmente incapace di intendere e di volere e, valutata la sua pericolosità sociale, la Corte d’assise di Bergamo ha disposto la sua permanenza per 9 anni in una Rems.
A cura di Giulia Ghirardi
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Caryl Menghetti e Diego Rota (foto da Facebook)
Caryl Menghetti e Diego Rota (foto da Facebook)

È stata assolta perché ritenuta totalmente incapace di intendere e di volere al momento dei fatti la 46enne Caryl Menghetti, che la notte tra il 25 e il 26 gennaio 2024 ha ucciso il marito Diego Rota, accoltellandolo nel loro letto nella casa di Martinengo (Bergamo) dove abitavano con la figlia: era stata dimessa poche ore prima dal reparto di Psichiatria dell'ospedale di Treviglio dove era stata condotta in preda a deliri e allucinazioni. La donna trascorrerà 9 anni in una Rems.

Secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini, nei giorni precedenti al delitto Caryl Menghetti sarebbe stata ossessionata dal terrore che il marito potesse far del male alla figlia di 5 anni: per questo motivo l'uomo, che di professione faceva il falegname, l'aveva portata in Psichiatria, dove era stata dimessa con una terapia farmacologica. Prima di allora Menghetti aveva già manifestato evidenti problemi psichici, tanto che tre anni prima la donna era stata sottoposta a un trattamento sanitario obbligatorio.

Nel corso del procedimento a suo carico, Menghetti ha risposto alle domande dei giudici della Corte d'Assise che le hanno chiesto dei suoi timori per la pedofilia. Le paure di Menghetti, manifestate dopo la morte di un figlio in gravidanza, erano cresciute sino a diventare ossessioni, tanto che al secondo compleanno della figlia venne ricoverata: "Avevo paura che corresse qualche pericolo per la pedofilia – ha detto – che qualcuno potesse farle del male. Diego non c’entrava niente, erano paure mie. La mia paura era che venisse presa dai pedofili, qualsiasi persona". Ossessioni che però, alla fine, Menghetti ha rivolto contro il marito il giorno dell'omicidio: "Stavo male, ero terrorizzata. Mi ricordo fino al ricovero, volevo rimanere ricoverata perché non mi sentivo bene, l’ho detto a mio marito, che invece ha firmato per portarmi a casa" dove, poche ore più tardi, lo ha ucciso a coltellate.

Oggi, a più di un anno di distanza, la donna è stata assolta dalla Corte d'assise di Bergamo per "incapacità di intendere e di volere" e, valutata la sua pericolosità sociale, la Corte ha disposto per lei la misura di permanenza, per un minimo di nove anni, in una Rems, una struttura sanitaria che accoglie le persone affette da disturbi mentali che hanno commesso reati.

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