Caporalato nel Milanese, scoperti laboratori tessili abusivi con lavoratori in nero a Baranzate

I carabinieri della compagnia di Rho, insieme ai militari del Nucleo ispettorato del lavoro, hanno fatto un'ispezione all'interno di una palazzina industriale a Baranzate, a Nord del capoluogo lombardo. All'interno della struttura sono stati identificati complessivamente 28 cittadini cinesi, di cui 7 risultati irregolari e quindi denunciati in stato di libertà in relazione alla violazione delle norme sull'immigrazione.
Si tratta di cinque uomini, di età compresa tra i 55 e i 28 anni, e due donne di 40 e 25 anni, tutti senza fissa dimora. Ulteriori accertamenti hanno poi permesso di individuare tre diverse società tessili, tutte operanti abusivamente all'interno della palazzina, i cui titolari, tutti cinesi di 51, 48 e 42 anni, sono stati denunciati a piede libero per reati legati al fenomeno del caporalato.
Inoltre, per le numerose violazioni in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, gli stessi sono stati sanzionati per violazioni sul lavoro irregolare, nonché per la mancata tracciabilità delle retribuzioni: all'esito del controllo ispettivo le tre aziende sono state sospese con effetto immediato e multate complessivamente per la somma di quasi mezzo milione di euro.
Non certo un caso isolato. Secondo la CGIA di Mestre, esisterebbe infatti un volume d’affari annuo "sommerso", riconducibile al lavoro irregolare che in Italia ammonta a 68 miliardi di euro e coinvolgerebbe all'incirca 3 milioni di persone operanti in palese violazione delle norme fiscali, contributive e di sicurezza. Di queste il 16 per cento è riconducibile alla Lombardia (pari a 11 miliardi di euro), dove si stimano circa 440mila lavoratori non regolari. Il 16,8 per cento di loro (circa 74 mila) sono lavoratori e lavoratrici irregolari, vittime di caporalato.