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Cadavere trovato a Temù: l’autopsia conferma che è Laura Ziliani

L’autopsia sul cadavere trovato nel torrente a Temù la scorsa domenica ha confermato che si tratta di Laura Ziliani, la ex vigilessa scomparsa l’8 maggio. Ai medici legali è bastato individuare la ciste sotto il piede destro per sciogliere anche gli ultimi dubbi. I parenti hanno riconosciuto anche un orecchino.
A cura di Giorgia Venturini
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Ora non ci sono più dubbi. L'autopsia sul cadavere trovato a Temù la scorsa domenica ha confermato che il corpo è di Laura Ziliani, l'ex vigilessa scomparsa l'8 maggio. Ai medici legali è bastato individuare la ciste sotto il piede destro per sciogliere anche gli ultimi dubbi. Oltre a questo particolare, i parenti hanno riconosciuto anche l'orecchino appartenente proprio a Laura Ziliani. Dall'esame non emerge nessun segno di violenza, ma servirà un'analisi degli organi interni per valutare l'ipotesi avvelenamento.

Indagate per omicidio due delle tre figlie

Ora spetta agli inquirenti fare luce su quanto è accaduto: per il momento non si esclude nessuna pista. Procura e forze dell'ordine dovranno soprattutto chiarire perché il cadavere è stato trovato senza vestiti e con il capo rasato. Addosso non aveva alcun abito da montagna, ma probabilmente brandelli di quella che in origine era una vestaglia o un pigiama. Due indizi che allontanano però sempre di più la pista dell'incidente in montagna e del suicidio. Per ora gli unici iscritti nella lista degli indagati per omicidio sono due delle sue tre figlie della ex vigilessa. Con loro anche il fidanzato della maggiore: lui dovrà rispondere di concorso in omicidio e occultamento di cadavere. Le indagini sono ancora aperte: gli investigatori stanno seguendo il filone di indagini di dissidi famigliari che potrebbero essere legati all'abitazione di Temù trasformata poco tempo prima della scomparsa di Laura Ziliani in un bed and breakfast. Saranno gli ulteriori accertamenti sul corpo a svelare le cause della morte.

Cosa non torna per gli inquirenti

Le figlie hanno sempre raccontato che la madre era uscita per fare una passeggiata lo scorso 8 maggio senza più fare ritorno: loro stesse avevano lanciato l'allarme qualche ora dopo quando non l'hanno più rivista rientrare. Le indagini sulle due figlie erano scattate dopo che agli inquirenti erano sorti dei dubbi sulla versione raccontata dalle due ragazze: nel loro racconto c'erano delle incongruenze. Così la Procura ha voluto capirci meglio. Altro elemento che gli investigatori stanno tenendo conto è il telefono cellulare di Laura Ziliani trovato nascosto nel divano nella casa di Temù e il suo computer invece in un angolo della cantina nell'abitazione a Brescia. Tutti i dettagli che giorno dopo giorno gli inquirenti dovranno chiarire.

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