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Botte, minacce e punizioni alla figlia “troppo moderna”, 17enne scappa di casa e denuncia: condannati i due genitori

I messaggi cancellati, gli schiaffi per una foto sui social, i divieti di uscire con le amiche, le punizioni per i ritardi. Una ragazza di 17 anni è scappata di casa, si è rifugiata in comunità e ha denunciato i genitori pakistani che le impedivano di vivere serenamente. I due sono stati condannati a 2 anni e 4 mesi ciascuno.
A cura di Giulia Ghirardi
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Da un lato le tradizioni difficili da lasciar andare, dall'altro la voglia di andare a scuola e stare con gli amici. È quando il peso della prima è diventato troppo da sopportare che una ragazza di 17 anni è scappata di casa, si è rifugiata in comunità e ha denunciato i genitori pakistani residenti a Suzzara, un comune in provincia di Mantova.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso e ha convinto la 17enne e fuggire sono state, però, le botte che sono arrivate dopo gli insulti, le minacce e i controlli ossessivi ogni volta che voleva fare qualcosa di un po' più libero, più lontano dalla tradizione e più vicino alla libertà dell'adolescenza. Stanca di lottare la ragazza ha deciso di scappare in una comunità. Una volta lì, al sicuro, ha quindi raccontato agli operatori e poi ai carabinieri quello che era stata costretta a subire per tutti gli anni trascorsi con i genitori e li ha denunciati. Tra gli episodi che sono stati raccontati agli inquirenti: il telefono strappato di mano, i messaggi cancellati, gli schiaffi per una foto sui social, i divieti di uscire con le amiche, le punizioni per i ritardi.

I due, di origine pakistana, genitori di altri tre figli, ieri, giovedì 29 maggio, sono stati processati con rito abbreviato davanti alla giudice Chiara Comunale del tribunale di Mantova che li ha condannati a 2 anni e 4 mesi ciascuno. "Entrambi i coniugi potranno usufruire della sospensione condizionale  della pena soltanto se accetteranno di sottoporsi al percorso per maltrattanti", ha dichiarato la loro avvocata, Alessandra Bonini.  "Il programma di sostegno previsto dalla legge per interrompere i comportamenti violenti e aumentare la consapevolezza dei propri agiti". La ragazzina, oggi 18enne, si trova ancora in comunità e incontra i genitori soltanto in occasione di incontri protetti.

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