Finto medico estetico arrestato a Bergamo: botox a 150 euro su Instagram e farmaci illegali

Una 42enne di Ponte San Pietro (Bergamo) praticava in appartamento interventi di medicina estetica, pubblicizzati sui social a prezzi stracciati, senza essere medico. Le clienti in più occasioni si erano recate al Pronto soccorso dopo i trattamenti.
A cura di Francesca Del Boca
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Lo studio abusivo dove la 42enne denunciata praticava interventi di medicina estetica
Lo studio abusivo dove la 42enne denunciata praticava interventi di medicina estetica

I trattamenti a base di botox pubblicizzati su Instagram e Facebook a 150 euro, il filler alle labbra 160 euro e quello al naso 200 euro. Interventi di medicina estetica a prezzi stracciati che si svolgevano nella camera da letto di un appartamento a Ponte San Pietro (Bergamo), poi rivelatosi lo studio abusivo di una 42enne di origini russe che si fingeva medico.

La donna, a seguito degli accertamenti dei Carabinieri Nas di Brescia, è stata denunciata per esercizio abusivo della professione. I militari, inoltre, hanno messo sotto sequestro lo "studio" e prelevato centinaia di farmaci di origine asiatica e balcanica il cui utilizzo, in Italia, non è mai stato autorizzato dall’Agenzia Italiana per il Farmaco.

Il listino prezzi dei trattamenti sui social
Il listino prezzi dei trattamenti sui social

Sotto l'occhio degli investigatori, allertati dai carabinieri di Ponte San Pietro, ci sono ora anche le agende e gli smartphone nella dotazione della 42enne: l’analisi dei contenuti dei telefoni ha quindi rivelato i nomi di centinaia di clienti, i prezzi praticati (assai convenienti e per questo allettanti), il fatto che l’indagata operasse anche in altre città italiane e, addirittura, all’estero.

Ma non solo. All'interno delle chat sono emerse anche continue lamentele da parte di clienti che, a seguito dei trattamenti svolti in casa, avevano accusato effetti collaterali e inestetismi come gonfiori, reazioni allergiche, lividi e lesioni che in alcuni casi – talvolta proprio su suggerimento della stessa sedicente dottoressa, la quale rilasciava serenamente giudizi diagnostici prescrivendo l’assunzione di farmaci – le avevano portate a ricorrere a dottori o, addirittura, a recarsi al Pronto soccorso.

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