Bimbo in monopattino travolge una donna e la ferisce: per il giudice è responsabile anche la società di noleggio

Un bambino a bordo di un monopattino elettrico preso a noleggio ha investito una signora di 80 anni causandole una frattura alla gamba destra, 40 giorni di prognosi e problemi permanenti di deambulazione. Per quel fatto, il Tribunale di Milano ha ritenuto responsabile non solo la madre del minorenne, che avrebbe dovuto sorvegliare il proprio figlio e impedire che salisse a bordo di quel mezzo, ma anche la società che ha noleggiato il monopattino.
Non bastano i divieti scritti nelle condizioni contrattuali di noleggio
Come riportato dal Corriere della Sera, la sentenza in questione è stata emessa dal giudice Marco Luigi Quatrida. In sintesi, secondo il Tribunale il proprietario del veicolo, in questo caso la compagnia Bit Mobility srl, avrebbe dovuto intervenire con un "concreto comportamento ostativo" che impedisse la circolazione del mezzo. Non basta, infatti, che la società scriva nelle condizioni contrattuali di noleggio del monopattino che è vietato l'utilizzo del mezzo da parte di soggetti diversi dal contraente.
Il bambino, guidando in modo imprudente e anche rivolto all'indietro, ha investito una signora di 80 anni procurandole diverse lesioni. La sentenza del Tribunale ha, quindi, confermato le colpe della madre del ragazzino, ma anche affermato che la società di noleggio avrebbe dovuto adottare misure "tali che la volontà del proprietario non possa risultare superata".
Il pagamento del risarcimento di 38mila euro
Non è ancora chiaro le società di sharing quali strumenti possano impiegare in futuro per evitare che il mezzo noleggiato da una persona venga guidato da un'altra, in questo caso perfino minorenne. Nel frattempo, però, stabilita la corresponsabilità dovrà essere la madre del bambino a dover pagare l'intero risarcimento sentenziato in favore dell'anziana.
In concreto, però, nemmeno questo è un passaggio semplice. Per l'80enne sono stati stabiliti 38mila euro di risarcimento, ma la donna non avrebbe disponibilità economiche tali da poterseli permettere. Quindi, per ora, sarà la società di sharing a pagare in quanto corresponsabile.